Autore: Rosen R.D.
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Edizioni Piemme
Genere: libro-documento, memoir
Traduttore: Edy Tassi
Pagine: 289
Prezzo: 18,00
E’ un libro documento Le bambine invisibili di Richard D. Rosen, traduzione Edy Tassi, edito da Piemme. Bambine cresciute rinnegando il loro nome, le loro origini e la loro religione. L’autore tratta il tema dell’Olocausto attraverso una narrazione particolare, insolita: la storia di bambine ebree che per salvarsi sono state costrette a non apparire, a non farsi notare, a non mostrare la loro vera identità, condizione indispensabile per aver salva la vita.
Questo memoir racconta la straordinaria storia di Zofia, Flora e Carla che hanno dovuto rendersi “invisibili”. Dai dati statistici solo un bambino su dieci potè sfuggire all’Olocausto. Zofia è il nome che la madre diede a Selma quando lasciarono il ghetto di Lvov in Polonia con documenti falsi. La bambina ha cinque anni e da quel momento diventa orfana cattolica. La madre la obbliga ogni giorno a recitare preghiere e precetti cattolici, frequenta una scuola ariana e per mantenerla trova lavoro presso un nazista. Flora invece viene lasciata dalla mamma in un convento di suore nel sud della Francia e passerà da un convento all’altro prima di finire in una famiglia cattolica. La donna finì in un campo di concentramento e Flora non la rivedrà mai più. Carla vive in Olanda sotto falsa identità con la madre e il fratello, e in seguito nascosta nell’appartamento di un barbiere, in Danimarca, mentre lui al pianoterra si occupa dei soldati tedeschi suoi clienti. Queste piccine devono la loro sopravvivenza al fatto di non aver mai attirato l’attenzione, portandosi sempre dietro profonde crisi di identità e sopportando le accuse di chi non ha perdonato loro di essere sfuggite ai campi di sterminio.
Zofia, Flora e Carla non si conoscono, vivono in angoli diversi d’Europa negli anni Trenta, ma sono accomunate dal fatto di essere ebree. I loro genitori per salvarle sono stati disposti a qualunque cosa. Nella prima parte del memoir vengono raccontate le loro vite. Nella seconda parte invece – dal titolo “Il raduno” – l’autore ci illustra come le vite delle tre ex bambine si siano intrecciate molti anni dopo, proprio in occasione di una serie di conferenze, incontri e raduni sui minori sopravvissuti all’Olocausto. E’ molto interessante questa parte documentale, di cui solitamente non si è a conoscenza. Proprio questi raduni hanno permesso ai “bambini nascosti” di far emergere ricordi, di testimoniare fino a far crollare le difese e per molti di loro le informazioni sulle origini, ricercate in ogni modo, che non avevano sortito effetti sono ora soddisfatte. “I bambini nascosti sono usciti dai loro nascondigli, letteralmente, simbolicamente ed emotivamente: Non erano più persone isolate, diverse”(pag.215). Le storie riprendono voce attraverso le loro testimonianze e raccontano il prezzo dell’ invisibilità. Quest’opera ci parla di identità. Si legge d’un fiato, impressiona profondamente e ha riscosso molto successo negli Stati Uniti, divenendo bestseller del New York Times. Sicuramente un libro da non perdere.