
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Romanzo
Pagine: 282
Prezzo: 19.00 €
La fascetta rossa che avvolge il libro -La regola dell’equilibrio – di Gianrico Carofiglio reca un messaggio ” Il ritorno di Guido Guerrieri”. L’avvocato Guerrieri ritorna in questo romanzo, affascinante e galante come sempre ma anche più nostalgico e fragile. Gli anni passano e gli spettri della malattia e della morte l’hanno sfiorato per un attimo, ponendogli domande esistenziali e dolorose. Carofiglio ci consegna un personaggio che sa leggersi dentro, spietatamente, senza censure, rendendocelo ancora più caro, perché più vicino a noi e alle nostre debolezze.
“Quasi sempre pensare queste cose mi lasciava addosso un senso doloroso di fragilità, di incurabile precarietà”.(pag.148)
Guerrieri/Carofiglio s’interroga sul passato ,sul futuro e sul tempo; riflessioni le sue ,che non ci lasciano indifferenti.
“La vera unità di misura del tempo non sono i giorni, i mesi, gli anni. La vera unità di misura del tempo sono gli accadimenti inattesi, quelli che cambiano tutto e ti fanno capire che tante altre cose, prima, sono successe e non te ne eri accorto, e avresti dovuto; e tante cose che davi per scontate non succederanno più.”
(pag.276)
La trama del romanzo ruota attorno all’accusa di corruzione mossa ad un famoso giudice. Guerrieri si lacera nel dubbio se accettare le regole deontologiche o rispondere alla propria coscienza. La verità è uno dei temi centrali del libro, l’importante però, sembra suggerirci l’autore, è non ingannare noi stessi.
“Mentire a se stessi, però, è tutta un’altra cosa. Può capitare, a volte è necessario per sopravvivere, però se diventa una regola è solo un modo per divorziare dalla realtà, per proteggersi dal mondo, per non farsi raggiungere. Ma tanto il mondo e la realtà prima o poi ti raggiungono”(pag.248)
Carofiglio è maestro nel delineare psicologicamente i suoi personaggi, sia quelli principali che i secondari. Mi sono letteralmente innamorata di Elena ,insegnante di letteratura comparata, incontrata all’Osteria del Caffellatte, libreria aperta dalle 10 di sera alle prime luci del giorno. Un personaggio che vive in sole undici pagine ma che cattura per la sua cultura e per l’amore intenso per la musica e i libri.
E che dire dell’avvocato Guerrieri? Adorabile, come adorabili sono i suoi vizi e le sue passioni: l’acquisto ossessivo-compulsivo di libri, l’amore per le poesie della Szymborska, la volontà di adottare uno stile di vita più salutare, nonostante la fatale attrazione per la buona cucina. Leggendo il romanzo scatta un meccanismo d’identificazione con Guido: amiamo le persone che lui ama, detestiamo quelli che lui detesta e come lui non sopportiamo l’arroganza, l’ingiustizia, la volgarità, la maleducazione.
Quella che conquista, fin dall’inizio è l’assoluta padronanza della scrittura, una scrittura lieve ed ironica che scava nell’animo umano portando alla luce angosce profonde ma anche un’innata voglia di vivere. Il libro, nonostante la complessità dei temi trattati ha un piglio fresco e divertente; si legge tutto d’un fiato .
Qual è la regola dell’equilibrio tra le nostre imperfezioni e il bisogno di verità? Se volete la risposta avete due possibilità: leggervi dentro o leggere il romanzo.