Data di pubbl.: 2024
Pagine: 219
Prezzo: € 16,00
Tra le caratteristiche del noir spiccano le atmosfere cupe e esistenziali, il senso di ambiguità e angoscia che pervade i protagonisti, un universo disordinato che coincide con una visione caotica della realtà.
Giuseppe Scaglione è tra i migliori scrittori italiani di noir.
Dopo L’ultima notte, lo scrittore pugliese torna in libreria con La linea del pudore, una nuova avventura del commissario Andrea Lamparelli.
Ancora una volta troviamo sullo sfondo Bari, città alle prese con il malaffare, la corruzione, la commistione tra affari e politica, un mondo urbano in cui boss malavitosi, colletti bianchi e giudici corrotti spadroneggiano dando vita a consorterie dedite a affari illeciti.
Una città, insomma, in cui è stata oltrepassata la linea del pudore.
Lamparelli anche questa volta ha tra le mani un caso di difficile soluzione.
Loredana Greco, una giovane e bella donna con la vocazione ecologista, viene trovata assassinata nella vita di una nota esponente della Bari bene.
A trovare il suo corpo è proprio Rossana Loglisci, che ha un alibi di ferro.
Anche Loredana aveva oltrepassato la linea del pudore da molti anni, a lei degli uomini interessava solo il sesso, non l’amore.
Ma il nostro commissario non crede alla pista passionale. Il suo noto intuito lo spinge a indagare verso la pista ambientalista.
La giovane donna stava raccogliendo materiale per scrivere alcuni articoli che riguardano un affare di speculazione turistica in cui è coinvolto un noto imprenditore.
Lamparelli indaga e non molla la presa, si muove a trecentosessanta gradi, fiuta l’odore di marcio, sa che dietro l’omicidio della donna si nasconde quell’intreccio malavitoso tra gli affari e la politica che da tempo ha messo in ginocchio la città.
L’indagine dell’omicidio Greco si incrocia con un’altra delicata questione in cui il commissario viene coinvolto.
Una nuova inchiesta che coinvolge, giudici, politici, imprenditori, una potente consorteria di malaffare: voti comprati in contanti, appalti illeciti e una fitta rete criminale di potere e di denaro.
La linea del pudore è un noir dalle tinte forti in cui ancora una volta il commissario Lamparelli si trova a fare i conti con una Bari affarista, con una politica corrotta e facilmente corruttibile, un marcio mondo di mezzo nel quale il potere criminale è connivente con le istituzioni.
«Di cosa ti meravigli, Andrea? Noi italiani facciamo finta di essere guelfi e ghibellini, bianchi o neri. È storia vecchia. La nostra vera specialità è andare dove ci conviene. E a Bari più che altrove non ha mai contato essere di destra o di sinistra, conta appartenere a quella che si autodefinisce “ Bari bene”. Le solite famiglie perennemente a galla, gente che non sì è mai fatta scrupoli. A qualcuno della nuova generazione avrà fatto gola il denaro dei clan, come giustamente hai detto, quindi nessun problema, ad allearsi con loro. È come giocare col fuoco, ma evidentemente prendono le loro precauzioni». Le parole sagge e lungimiranti di denuncia del professor Bellomo, caro amico e confidente del commissario, inquadrano perfettamente il contesto malavitoso della città in cui esiste un criminale giro di interessi che comprende parecchie persone senza scrupoli e di diverse estrazioni, che il commissario ha tutte le intenzioni di annientare.
Scaglione scrive che questo romanzo nasce dall’idea che una certa porzione della società civile dietro una facciata perbene nasconda ombre che destano motivi di preoccupazione. Uno di questi sembra essere l’associarsi organico con la criminalità.
Andrea Lamparelli si trova davanti al cadavere di Loredana Greco e indagando sulla sua morte violenta si renderà conto di avere a che fare con loschi affaristi e politici ambiziosi che da tempo hanno messo le loro mani, avide di denaro e di potere, sulla città di Bari e sulla società civile.
Un mondo in cui tutti hanno oltrepassato quella linea del pudore da cui non si torna indietro.