
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 214
Prezzo: € 18,00
Ferdinando Camon è considerato uno dei migliori scrittori del suo tempo. Figura importante della letteratura italiana del Secondo Novecento, autore sempre vigile e polemico con la sua scrittura corsara, che sembra figlia di quella di Pier Paolo Pasolini.
Non è un caso che lo scrittore friulano firmò un’appassionata prefazione al primo romanzo di Camon.
Sono stati importanti i libri di Ferdinando Camon che è prima di tutto uno scrittore e un intellettuale di razza, un pensatore libero che non si preoccupa mai di essere e di andare controcorrente con il suo pensiero critico e sempre non conforme.
L’idea di scrittura di Camon è stata fondamentale per la formazione di una generazione di narratori.
«Io consiglio a tutti di scrivere. Scrivere non è soltanto un’attività consolatoria, è anche un’attività di comprensione: chi scrive fissa meglio la vita, la comprende meglio e la vive di più. Quando, ad esempio, sento dire da una donna dalla vita meschina che tiene un diario, sono contento per lei e per chi come lei affida la sua quotidianità alla pagina bianca. Il dare forma scritta ai propri sentimenti e alle proprie esperienze arricchisce la vita, la rende più comprensibile. Perciò dico: vivere senza scrivere è un banale esistere».
Dopo un silenzio editoriale la casa editrice Apogeo sta ripubblicando i libri di Camon.
Nel 2022 è stato riproposto in una versione aggiornata Occidente, lo scomodo e polemico romanzo sugli anni di piombo.
Nel 2023 è uscito Son tornate le volpi, una raccolta di poesie. Perché la poesia è l’altro grande amore di Camon.
In questi giorni è uscito La donna dei fili, romanzo che fu pubblicato da Garzanti nel 1986.
Ancora oggi questo viaggio nell’inconscio di una donna, fin là dov’è sconosciuta a sé stessa conserva un grande fascino.
La donna dei fili occupa un posto di rilievo nella narrazione della crisi di Camon.
Nella storia del rapporto tra Michela (che diventa La donna dei fili. La donna Del telefono della sciarpa. Del cordone ombelicale), la protagonista quarantenne di queste pagine, e il suo psicanalista il lettore troverà uno scavo e profondo, del tutto analitica, nell’essenza degli stessi personaggi.
Il romanzo, infatti, è la storia e la cronaca di un’analisi: Michela sul lettino e il suo psicanalista davanti a lei sulla poltrona. Lo scrittore Camon entra nello studio e rendiconta le sedute di analisi, segue il viaggio nell’inconscio di una donna che vive in uno stato permanente con i propri disagi esistenziali del quotidiano.
Il romanzo va avanti di seduta in seduta, la donna dei fili scompone se stessa e in maniera imprevedibile nel suo conversare con lo psicanalista si sente rappresentata dai quei fili dai quali si soffocare attraverso i suoi disturbi.
«Fare l’analisi a una donna presuppone sapere come funziona».
La donna dei fili è un romanzo complesso per la sua intensa dimensione introspettiva. Libro psicoanalitico, ma anche tragico racconto esistenziale di una discesa agli inferi di una donna.
Michela che con il suo essere donna si trova al centro di una profonda crisi esistenziale e ricorre analisi per ricomporre il mosaico della sua esistenza.
«Una psicanalisi in atto, in fieri, è una continua sorpresa, e La donna dei fili
È un romanzo sorprendente anche per me che l’ho scritto». Così scrive Camon nella prefazione alla nuova edizione.
Noi che rileggiamo La donna dei fili a quasi quarant’anni dalla sua pubblicazione ci sorprendiamo nella stessa maniera dell’autore che in queste pagine dimostra di aver imparato molto ascoltando le donne. Di quell’esperienza ha messo tutto per iscritto in questo straordinario romanzo che ha superato a pieni voti la prova del tempo.