Incubatore 2013 – Rêves: il quaderno dei sogni

Emanuele Enrico - Rêves

E’ possibile condividere il piacere della lettura e della scrittura andando oltre i tradizionali racconti e le storie per parlare di vita e in particolare di sogni: questo è uno degli obiettivi che si pone Rêves: il quaderno dei sogni, una realtà editoriale particolare che quest’anno approda al Salone Internazionale del Libro di Torino nell’area dell’Incubatore. Il quaderno dei sogni non è un libro nel senso tradizionale in cui si intende quest’oggetto e allo steso tempo è molto più di un quaderno: il suo ideatore e curatore, Emanuele Enrico, ci spiega perché.

Come è nato Rêves: il quaderno dei sogni, progetto che si può definire “interattivo” dato che vede i lettori in veste di co-autori anche attraverso il passaggio di mano dello stesso libro?

Il quaderno dei sogni è nato dalla fantasia di uno dei tanti filtri che usiamo per osservare la realtà che ci circonda. Tutto ciò che viene creato passa attraverso le sensazioni e gli occhi di chi lo crea; per questo una qualsiasi creazione si può spesso definire come uno specchio di ciò che ci sta intorno, ovviamente uno specchio che usa il suo intermediario per esprimersi. Così abbiamo pensato di creare un quaderno per scrivere i sogni, che portasse con sé la voglia di sognare e tutto quanto potesse esserne collegato, ma per fare questo era necessario avere un palcoscenico dove i sogni delle persone potessero essere ospitati in una coreografia in cambiamento, fatta per accogliere messaggi e visioni in evoluzione, secondo i tempi e le persone. Abbiamo preso un prodotto solitamente “povero” come un quaderno e ne abbiamo rivisitato l’idea creando edizioni che cambiano di anno in anno, e proponendo piccoli progetti e mondi che possano comunicare tra loro e verso gli altri, in maniera differente (forse per poter essere più ascoltati, più condivisi). Come succede per la Corsa dei Sogni, cerchiamo di non avere limiti che contengano il nostro piccolo progetto all’interno del quaderno, ma puntiamo a coinvolgere e assemblare la realtà esterna con il quaderno e viceversa; quindi uno degli obiettivi rimane quello di invitare a far incontrare maggiormente le due dimensioni di sogno e realtà. Ma a questo punto siamo già nella sfera del sogno…

Secondo voi quale significato e quale utilità può avere la scrittura a mano (perché di questo si tratta per le vostre pubblicazioni) nell’era della tecnologia 2.0 e del “pensiero liquido”?

Che bella domanda! La tecnologia e il pensiero (anche quello “liquido”) derivano e ritornano alla stessa fonte: l’uomo. Mentre l’interattività tecnologica e la fluidità sociale ci trascinano in vorticose, e non senza conseguenze, evoluzioni, le persone cambiano, mutano. Mentre dal lato più pratico si vanno modificando e perdendo pratiche come quella della scrittura a mano, su un lato più immateriale questi cambiamenti portano ciclicamente a rivalutare alcuni vecchi valori, usi e costumi. Per questo la scrittura manuale ritorna e ritornerà sempre, in virtù soprattutto della sua chiave simbolica ed evocativa di un mondo più vero, più caldo, più umano. Difatti, più ci si addentra nell’etere e nella società dei media, dei social network e degli spostamenti a sfondo consumistico, più aumenta la necessità di incontrarsi, di vivere il vero, di stringere in mano qualcosa che sia una foto, un pezzo di carta o una lettera. Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se tutte le apparecchiature elettroniche o comunque dipendenti da fonti energetiche un giorno ci abbandonassero? Perderemmo molto o ritroveremmo altro?

Dalla presentazione sul sito si evince che dietro ogni vostra pubblicazione vi è anche un intento educativo e talvolta un obiettivo sociale da sostenere. Come si coniugano le due cose e come scegliete le tematiche?

Il nostro è un progetto molto giovane che ha meno di due anni. Questa del 2013 è la prima edizione che ospita il Rêves Social Concept, ossia il progetto attraverso cui cerchiamo di sensibilizzare chi entra nel mondo del quaderno dei sogni su tematiche di svariato interesse sociale. Il tema di quest’anno è la sostenibilità economica, ecologica e sociale del pianeta: è importante creare qualcosa e poi creare le migliori condizioni perché questo qualcosa possa venir fruito. Quindi vogliamo si scrivano sogni ad occhi chiusi o aperti, e vogliamo che chi si appresta a farlo lo faccia nel migliore dei mondi possibili ed anche si senta, allo stesso modo, responsabile nel limite delle su possibilità. Però le nostre possibilità spesso non coincidono con quelle reali, sono responsabilità fotocopia che ci lasciamo volentieri calare addosso, perché le altre, quelle più vere, ci sono sconvenienti, lontane e meno praticabili. Un altro sogno può essere per noi dare alle persone un’ulteriore piccola spinta in questo senso. Idem con il dedicare l’edizione del quaderno dei sogni a qualche ente, associazione o organizzazione (preferibilmente quelli meno famosi): “ecco i sogni di qualcun altro sono come i tuoi; aiuta i tuoi sogni, vai verso gli altri” questa potrebbe essere una delle chiavi di lettura. La scelta delle tematiche segue il cuore, gli argomenti e le persone che non sono così ben percepiti, forse non così ascoltate.

Rêves vuole avvicinare le persone ai propri sogni, ma quali sogni avete voi per riuscire a far crescere la casa editrice?

Ad oggi non siamo una casa editrice, creiamo e distribuiamo il solo quaderno dei sogni, mentre ci sono due altri nuovi progetti in fase di elaborazione. Ci sta a cuore far crescere interesse attraverso i prodotti che facciamo e faremo e far si che quell’interesse si concentri sui contenuti delle pubblicazioni e nelle persone e nei posti che in quei contenuti troveranno casa. Se cresceremo sarà perché continueremo a creare  – nel miglior modo a noi possibile – dei piccoli mondi che le persone oggi cercano e che un po’ sono stati dimenticati o paiono sconosciuti.

Cosa vi aspettate dalla partecipazione al Salone Internazionale del Libro e come cercherete di coinvolgere il pubblico?

Penso sia una bella occasione e di certo è un gran piacere avere questa opportunità. Speriamo di entrare in contatto con diverse persone di diverse realtà e aver modo di far ben percepire loro il nostro piccolo progetto per poi condividerlo. Per noi il Salone rappresenta la prima “apparizione in pubblico” e di conseguenza speriamo sia un ottimo banco di prova per capire cosa funziona e cosa no, per misurarci con opportunità e limiti, sperando di imparare e migliorare. Per coinvolgere il pubblico abbiamo una piccola interessante presentazione che ci attende nella sala dell’area Incubatore sabato 18 maggio e cercheremo poi di rendere il più possibile “interattiva” l’esperienza di chi verrà a visitarci. Inoltre, divideremo lo stand con Nero Press Edizioni, quindi il grado di coinvolgimento che saremo in grado di offrire sarà da misurare sommando le nostre forze!

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