Incontro con Tom Drury

Titolo: A caccia nei sogni
Autore: Tom Drury
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: NNE
Genere: Narrativa
Traduttore: Gianni Pannofino
Pagine: 232
Prezzo: 18,00

– E’ sempre la stessa storia: “Succede questo, succede quest’altro, ed eccoci qui” – (A caccia nei sogni – p. 136)

I libri di cui sto per raccontare, rappresentano l’ennesimo successo della casa editrice NNE, successo ad ampio spettro. Spero anche commerciale naturalmente, perché NNE possa continuare a proporci grandi libri e grandi autori, e dare soddisfazioni a tutti i collaboratori della casa editrice, ma già posso dire successo in termini di autore, scrittura e lettura, incontro e critica.

In occasione dell’uscita di “A caccia nei sogni”, raggruppo in queste righe la mia riflessione sui primi due volumi della Trilogia di Grouse County, letti uno dopo l’altro, ed impreziositi dall’incontro insieme a tanti blogger con Tom Drury, autore dei due romanzi, presso la Libreria Verso, sempre attenta, puntualissima e disponibile a farci incontrare gli autori in uno spazio dedicato ed accogliente.

Vi regalo subito una curiosità riguardo alla chiacchierata tra Tom ed i blogger invitati: tutto è avvenuto nella stanzetta che la Libreria Verso riserva ai propri clienti bambini.
Secondo me il posto era il più adatto dove questo momento potesse svolgersi, il posto della semplicità più vera, della genuinità, del dialogo disinteressato, della condivisione scevra di ogni ipocrisia adulta.

E così è stato, grazie soprattutto a Tom, un uomo prima che uno scrittore, libero, disponibile, gentile, sereno, un vero amico seduto in mezzo a noi, non in cattedra, che ci ha raccontato la sua vita con grande gioia, trasmettendo un grande amore e legame con la terra che l’ha formato, anche se ora vive a Berlino, e grazie ad un ottimo lavoro della traduttrice Sonia Folin.

Tom conosce bene ciò che ha scritto, e non pensate sia sempre così scontato, e ha condiviso con noi il metodo in cui i suoi libri sono nati e cresciuti, in modo particolare il primo volume, “La fine dei vandalismi”. Il romanzo è una sorta di mosaico. Nasce dalla nostra vita dipinta idealmente su un vetro poi frantumatosi. Tom ha raccolto uno per uno i frammenti di questa vita, e ha ricreato la sua opera d’arte, non necessariamente nell’esatto ordine spazio-temporale.
Ne è nato appunto “La fine dei vandalismi”, un romanzo corale, polifonico, con alcune voci prevalenti, ma ognuna indispensabile a mostrarci quella provincia americana che pur con tutte le naturali difficoltà, le innumerevoli contraddizioni, le divisioni e tutto quello che volete metterci dentro, rimane sempre affascinante e come scoprirete leggendo il romanzo, ricca di mille piccole storie, ricca di mille piccoli segni di gioia e di speranza.
Tutti sono un po’ buoni e un po’ cattivi a Grouse County, tutti un po’ si cercano e un po’ si guardano di traverso. Le occasioni di incontro e di festa ci mettono il tempo di una birra a trasformarsi in occasioni di lite e disprezzo, ma il senso di appartenenza ad una comunità solidale è sempre molto vivo. Molto più di quel senso della nazione, della grande America, di cui la televisione da sempre ci illude.
Spesso il libro che sto leggendo mi ricorda una precedente lettura, per i più diversi motivi. La fine dei vandalismi, ma anche lo stesso A caccia nei sogni, mi ricordano moltissimo Crum di Lee Maynard, per me fantastico, tanto che mi sono permesso di consigliarlo anche a Tom.

Ma veniamo velocemente al secondo volume, “A caccia nei sogni”.
Il romanzo, più contenuto nelle dimensioni, ma più carico di mistero, di pericolo, un po’ più dark come ci ha detto Tom, approfondisce otto anni dopo i fatti de “La fine dei vandalismi”, la vita a Grouse County di alcuni specifici personaggi tra i tanti conosciuti nel primo volume.
La storia di una strana famiglia, dove strana significa un po’ sconquassata, instabile, variabile, pazza e allegra allo stesso tempo, dove credo molti di noi vorrebbero stare per liberarsi di tanta ipocrisia, anche in cambio di qualche fatica.
“A caccia nei sogni” racconta un grande sogno, il sogno forse di Tom, che vorrebbe rivedere lungo le strade di Grouse County, le tante piccole fattorie dei tempi andati, di cui saprebbe dirci il nome di ciascuna e dei suoi abitanti, ora invece sostituite da anonime e tristi grandi imprese.
Ma i sogni sono fatti appunto per sperare, per guardare a nuove possibilità, o per riguardare al passato e trarne qualche insegnamento. Speriamo sia proprio così, speriamo che Tom ci regali nuove speranze con il prossimo ed ultimo volume della trilogia e con tutto ciò che ancora scriverà e su cui si butteranno a capofitto gli amici di NNE.

“Tutti hanno paura della grande caduta perché temono di non riuscire più a rialzarsi. Perché pensano di non meritare di rialzarsi. Pensano di essere cattivi e che ora tutti lo capiranno. Se non cadiamo, però, non sapremo mai se meritiamo di rialzarci…”

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