Chi avrebbe mai pensato che gli e-book avrebbero potuto dare un contributo al cammino verso l’alfabetizzazione delle popolazioni africane? Forse pochi, ma Worldreaders, un’associazione no profit, ha sempre creduto in questo progetto, inviando migliaia di e-book reader nelle scuole dell’Africa sub-sahariana con risultati positivi sia nell’alfabetizzazione dei più piccoli che nelle dinamiche professionali degli insegnati.
I programmi in Ghana, Uganda, Kenya, Malawi, Ruanda e Tanzania hanno portato all’invio di 440mila libri elettronici in inglese e nelle altre lingue locali, dal kiswahili al twi, ma il tasso di persone coinvolte da un e-reader rimane purtroppo molto basso. Per questo Worldreaders ha deciso di utilizzare i vecchi cellulari GMS che in Occidente non si usano più e convertirli in modo che supportino gli e-book.
Attraverso la collaborazione di biNu, una piattaforma specializzata proprio nella distribuzione di contenuti complessi come i libri, che è riuscita a trasformare i vecchi cellulari GMS in «smartphone», in modo da avere una distribuzione più capillare del servizio (secondo l’Usaid, l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, in quasi ogni abitazione dell’Africa sub-sahariana c’è infatti un telefonino). Dopo i primi test, i risultati sembrano incoraggianti, soprattutto da Paesi come l’India, il Pakistan e la Nigeria, dove sono 500mila i lettori hanno iniziato a sfruttare questo servizio e a ricevere sui loro telefoni libri che vanno dai testi sviluppati dall’Organizzazione mondiale della sanità a romanzi, fino a materiali didattici open source per studenti e insegnanti.
Fonte: GDL