Titolo: Il cantastorie Autore: Di Francesco Dedo Casa Editrice: Robin Edizioni Genere: Narrativa Pagine: 368 Prezzo: 17
Calogero è un giovane siciliano che attraversa a piedi l’Italia in compagnia del suo ciuchino Bigio fermandosi nelle piazze e davanti alle chiese per cantare storie di sogni e d’amore, in dialetto ed in italiano, con la stessa passione di suo padre che gli ha lasciato in eredità quell’asino un po’ filosofo e abituato a portare il peso di un organino e di una concertina. “Il cantastorie” è un romanzo originale, caratterizzato da una dolce saggezza, talvolta condita con un pizzico di ironia, e da un frizzante rincorrersi di incontri che obbligano Calogero a cambiare programmi ma che alla fine lo riconducono sempre sulla strada di casa. Dedo di Francesco ha scritto una storia simpatica e dal sapore genuino, ambientata all’inizio del ‘900, che traccia uno spaccato a 360 gradi della società del tempo.
Lo stile è semplice ma imperniato sulla freschezza della lingua e della resa di parlate locali, la narrazione è ricca di immagini dense di sapori caratteristici e la lettura scorre attraverso brevi capitoli. L’autore più volte intermezza il racconto con riferimenti storici, dalla guerra in Libia del 1911 alla Grande Guerra, dalla leggendaria nascita della Sicilia alla formazione del quartiere di Trastevere a Roma: si tratta di informazioni curiose e precise ma date con scioltezza e a piccole dosi per amalgamare il contesto della storia. Il racconto, per la verità, inizia con le vicende di Santino Ventura, “cantastorie un po’ speciale” e papà di Calogero, che è chiamato a presentarsi in una caserma dei carabinieri in Calabria: per la prima volta l’uomo si trova a viaggiare in treno sentendosi figlio di un’epoca che cambia. In Calabria Santino trova una sorpresa, Bigio: ed è proprio quest’asinello già abituato a far compagnia ad un cantastorie che rende ancor più simpatico il racconto. Santino resta però vittima della nostalgia per la moglie morta nel dare alla luce Calogero e così questi parte con l’asino per tener fede a una promessa; lungo il cammino, attraversando campagne e città e superando montagne e colline, tra i due si instaura un rapporto quasi di simbiosi e telepatia: ciò che pensa Bigio, infatti il giovane lo esprime a parole. Il botta e risposta tra i pensieri dell’uno e le riflessioni dell’altro tiene viva l’attenzione del lettore, che è portato a leggere la filosofia di Bigio anche come una risposta ai tanti interrogativi esistenziali che ogni uomo si porta dentro. “Bigio, ciò che conta nella vita, è viverne ogni momento, e non sentirsi mai soli con se stessi, ma sentire la vicinanza del cuore degli altri”.
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