Autore: Di Piazza Giuseppe
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Bompiani
Genere: Romanzo
Pagine: 213
Prezzo: 17
C’è la mafia e l’amore, il sangue e il sesso, il giornalismo e la ricerca di se stessi. Ecco a voi I quattro canti di Palermo di Giuseppe Di Piazza. Quattro racconti tutti ambientati nel bel mezzo della seconda guerra di mafia. Nel caos del capoluogo siciliano si incroceranno le vite di giovani che si consolano con l’amore e le brevi gioie quotidiane. Tra di loro un giovane cronista, che si fa le ossa nel mondo del giornalismo.
Scritto bene, secco e senza fronzoli. Di Piazza non ama troppo i tecnicismi. Sadico nel raccontare i particolari di una guerra che il protagonista vive in prima linea. Aulico nel momento in cui descrive la vita. Ma c’è una quotidianità nella Palermo degli anni ’80? O l’orrore si è talmente tanto intessuto nel sociale, da diventare banale agli occhi di chi lo vive?
È una delle domande che ci solleticherà man mano che divoreremo le pagine del libro. Il passaggio violento da una scena all’altra, incatenerà il lettore. Questo libro non è un thriller o un noir, ma una traccia di realtà, con tutti i suoi limiti.
C’è la storia di un ragazzo che non vuole diventare killer. Una modella che ha paura della vita. Un padre che non vuole liberarsi del proprio odio. Una figlia in cerca dell’onore. C’è la Sicilia e i suoi panorami mozzafiato. La voglia di vivere di una generazione nata a colpi di pistola, omertà e vicinanza alla propria storia.
Tra santi e pallottole si snoda un libro da leggere tutto d’un fiato. Unico neo: alcuni personaggi non hanno una loro precisa caratterizzazione. Un guazzabuglio, almeno penso, frutto di una precisa scelta stilistica che però non ho sempre apprezzato.