Libri al cinema: Le démantèlement

Gaby ha una fattoria dove alleva agnelli, “La Ferme Gagnon e figli”.

Ma in realtà ha solo due figlie che ha cresciuto come delle principesse e che vivono lontano in città. Un giorno la figlia maggiore

gli chiede dei soldi per poter salvare la propria casa, che teme altrimenti di perdere a causa di un

imminente divorzio. Gaby ha un grande senso di dovere paterno e decide di aiutare la sua piccola

bambina vendendo la fattoria.

Vende tutto- la casa, il gregge, la terra che era appartenuta ai suoi avi – e si trasferisce in un piccolo appartamento in paese.

 

Il regista, Sébastien Pilote, dichiara in un’intervista che tutto è nato dalla storia di un amico che non voleva occuparsi della fattoria del padre e su questo ha realizzato un cortometraggio.

Ma la trama, apparentemente semplice, ha in realtà molti richiami letterari; l’influenza letteraria più forte è sicuramente quella con Balzac nell’opera Le père Goriot (qui vi segnaliamo l’edizione Oscar Mondadori).

Un libro che Balzac pubblica nel 1834 e che è all’altezza delle aspettative, egli desiderava, infatti, fare un’opera che fosse un capolavoro e ci è riuscito visto che questa è il suo romanzo più conosciuto.

Il romanzo descrive i meccanismi della corruzione della società e la violenza delle passioni, attraverso ciò che vive Eugène de Rastignac, che evolve tra la sfera della miseria della pensione in cui vive da studente e la sfera del grande mondo a cui aspira e che può frequentare grazie alle figlie di Goriot.Il romanzo appartiene alle Scene di Vita Privata. Infatti, leggendolo si penetra nella vita di un uomo, un negoziante ricco che si è completamente rovinato a causa delle due figlie, per permettere loro di fare un buon matrimonio. L’anziano padre vive nella miseria totale in una pensione, invece le figlie Anastasie de Restaud e Delphine de Nucingen, sono frequentatrici di ambienti chic e hanno abbandonato il padre. Il dolore di Père Goriot è tale che il personaggio ne esce fortificato: Balzac lo designa come un “Cristo della paternità”

Nel film compare in modo rilevante la tematica del rapporto padre/figlie e delle difficoltà economiche. Nel film, tuttavia emerge un enorme legame del protagonista con il suo cane, che, forse, potrebbe risultare un Rastignac sotto forma animale, che sarà l’unico in grado di far emergere i sentimenti del protagonista.

Ne Le démantèlement  Gaby cercherà più volte di sbarazzarsi del cane ma non ci riuscirà e alla fine deciderà di affidarlo ad un’amica che aveva detto di non potersene occupare. Pur amando smisuratamente la sua terra, Gaby non riesce a distaccarsene senza soffrire, sia per tutto quello che quel luogo ha significato per la sua famiglia, sia per tutta la fatica e il prezzo che ha pagato negli anni per quei terreni.  Tutti gli amici del protagonista cercheranno di dissuaderlo dal vendere la fattoria e le sue pecore che sono ormai diventate la sua famiglia in questi anni di estrema solitudine, ma Gaby rifiuterà ogni tentativo di compromesso ritenendosi responsabile delle figlie e dei loro bisogni.

Né l’ex moglie, con cui il protagonista cercherà un riavvicinamento, né tanto meno la figlia che gli ha chiesto aiuto, cercheranno di sostenere il padre durante il distacco dalla sua vita come allevatore; l’unico personaggio che sembra  consolare il padre è la figlia minore che tenta di trovare il successo come attrice in una grande città.

La natura è molto presente nel film, ci troviamo infatti in Quebec dove realmente oggi molti allevatori hanno grandi debiti.

Ci sono, tuttavia, altre figure artistico-letterarie che hanno influenzato il regista: ad esempio il pensiero di François Truffaut, ma anche lo Shakespeare del Re Lear e ancora si coglie un riferimento allo Zio Vanja di Chekov quando il protagonista, per giustificare il distacco dalla sua vita precedente, continua a ripetere ai suoi amici, allevatori anch’essi, che è giunto il momento di riposare. 

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