Autore: Cartotto Ezio
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Sperling & Kupfer editore
Genere: Saggi
Pagine: 209
Prezzo: 20
Una carrellata di personaggi del mondo della politica italiana, dai fondatori della Repubblica come Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, fino ai protagonisti della fase finale della cosiddetta Prima Repubblica come Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Ezio Cartotto, giornalista milanese, che fece parte della Democrazia Cristiana, si veste da storico e analizza la vita e le opere di ben 29 figure di primo piano della politica nazionale, attraversando tutti i partiti.
Prima di tutto uomini che furono esponenti di partito; l’autore ce li presenta in sequenza, senza dilungarsi inutilmente ma puntando su una sorta di piccole biografie, dove si trova tutto ciò che c’è da sapere su vizi e virtù dei politici che fecero la Repubblica.
Il valore aggiunto di questo libro è che, accanto al rigore storico con cui Cartotto ricostruisce la carriera dei vari politici nostrani, lo scrittore fornisce continui e a volte davvero gustosi aneddoti sulla vita privata dei vari protagonisti delle sue biografie.
Oltre agli aneddoti, Cartotto, da buon cronista, riporta anche i resoconti di incontri personali avuti, nei tanti anni di carriera, con diversi protagonisti del libro, o le proprie impressioni giovanili quando aveva visto o si era confrontato con personaggi politici di spicco.
Anche i lettori più distanti dalla politica potranno apprezzare questo libro, scritto non certo in politichese ma con linguaggio diretto; il giusto mix tra ricordi personali e ricerca storica.
L’eterno dilemma italico sul fatto se sia meglio la Prima o la cosiddetta Seconda Repubblica, in questo libro trova un’implicita risposta; decisamente meglio la prima.
Il migliore per Cartotto fu De Gasperi, di cui l’autore cita una frase, che si augura possa essere riferita a coloro che faranno la Terza Repubblica: “Ci sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, e altri che la considerano e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione”.
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