GIVEAWAY – NELLA VITA TUTTO PUO’ CAMBIARE

GIVEAWAY

NELLA VITA TUTTO PUO’ CAMBIARE

 

COME SI VINCE?
Basta rispondere alla domanda sotto riportata entro lunedì 20 maggio alle ore 21 rispondendo sotto questo post.
La redazione sceglierà il vincitore tra i partecipanti, individuando chi ha formulato il post più originale e attinente alla richiesta (il giudizio è insindacabile). Dopo che avremo verificato l’iscrizione alla nostra newsletter, a questi sarà attribuita una copia del romanzo “Nella vita tutto può cambiare” di Leslie Daniels – Giunti Editore.

* I libri in palio sono messi a disposizione dall’editore in forma di omaggio secondo la normativa prevista dal dpr 633 del 1972 che regolamenta i concorsi.

LASCIATEVI ISPIRARE DALLA FRASE:

“Fare ordine tra i piatti sporchi, per esempio, mi pareva assolutamente irrilevante nello schema dell’esistenza”.

QUALI PENSIERI E SENSAZIONI VI SUSCITA?

 

LA TRAMA DEL LIBRO

Una mattina di primavera, nel piccolo paesino di provincia in cui vive, Barbara Barrett sta caricando la lavastoviglie mentre suo marito la osserva lì di fianco. Quando comincia a darle istruzioni su come dovrebbe disporre piatti e bicchieri, Barbara ficca a casaccio una tazza di caffè tra le stoviglie, prende la porta e se ne va. Un gesto che le farà perdere tutto, persino la custodia dei bambini. Ma con i guadagni di un lavoro un po’ strambo – rispondere alle lamentele della gente per una nota marca di gelati – Barbara è determinata a ricominciare tutto da capo: rivuole i suoi figli con sé, costi quel che costi. E mentre è intenta a ripulire di buona lena la casa che ha appena comprato, sul fondo di un cassetto trova un manoscritto misterioso, forse appartenuto nientemeno che al grande scrittore Vladimir Nabokov. La vita toglie, la vita dà. Infatti, per una serie di coincidenze che solo il destino può regalare, per Barbara tutto cambia. Certo, forse non proprio nella direzione che pensava… Ma quando il caso decide di metterci lo zampino bisogna davvero essere pronti a tutto. Fresco e commovente. Per chi non ha smesso di credere nelle infinite possibilità della vita. Titolo originale: ”Cleaning Nabokov’s House ” (2011).

L’AUTORE

Leslie Daniels ha lavorato in pubblicità, presso un’agenzia letteraria e ha pubblicatodiversi racconti per alcune riviste americane.
Questo è il suo primo romanzo.

INFO e RASSEGNA STAMPA;
http://www.giunti.it/libri/narrativa/nella-vita-tutto-puo-cambiare/

 E IL VINCITORE E’…

Ilenia Grossule 

Il vincitore è pregato di contattare la redazione all’indirizzo concorso@gliamantideilibri.it entro e non oltre venerdì 24 maggio.

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25 Responses

  1. Donatella ha detto:

    Ordine.Esistenza.Problema.Soluzione.Azione. Prendere in mano la propria vita partendo dalle piccole cose messe fuori posto.Motivazione.Determinazione.Cambiamento. Solo con ciò possiamo comprendere l’essenza stessa del mondo che ci circonda e cambiarlo in meglio.

  2. Rossell ha detto:

    Quante sono le parole che non ascoltiamo, eppure sono lì sotto i nostri occhi, invece ci intestardiamo a cercare quell’elemento che stravolgerà la nostra vita, finalmente ci renderà liberi da un’esistenza insopportabile, e così ci affanniamo, corriamo, peniamo per non avere abbastanza tempo per raggiungere quello che pensiamo possa essere il fattore di massima felicità.
    E poi un giorno ci capita di voltarci indietro, di fermarci e di vedere che “casino” abbiamo fatto del nostro quotidiano. Così ci mettiamo il grembiule, sbuffando per un’altra seccatura, prendiamo una spugna, del sapone e con intolleranza tiriamo su dal lavello uno dei molteplici piatti che abbiamo accatastato lì per la nostra distrazione e mancanza di tempo e lo tiriamo su senza pensare, senza un ordine apparente e così in un attimo, dentro il boato di frantumi ecco che ci scappa una risata clamorosa. E ridiamo ridiamo per la banalità della nostra rincorsa verso l’impossibile, quando il vero, il significato effettivo di tutta la nostra vita è lì in quella montagna di piatti sporchi che se avessimo ordinato con cura prima di lavarli, ora non sarebbero cocci come la nostra esistenza.

  3. Fare un netto cambiamento della vita, ordinare i sentimenti dell’anima e del cuore, riuscendo a comprendere veramente cosa vogliamo.
    Sogni, delusioni,rimpianti, gioie e dolori.
    Riuscire a distinguere le persone veramente sincere e valide della nostra vita, cancellando quelle approfittatrici e ipocrite.
    Voltare pagina, riscrivendo la trama di un romanzo, il nostro romanzo, ma sapendolo scrivere con gli occhi della verità, senza le nuvole dei dubbi, e riuscendolo a leggere alla fine con il cuore del domani.

  4. Maria G. ha detto:

    Avete mai pensato a tutte le cose che lasciamo scivolare via dalle nostre mani, solo perché abbiamo prestato attenzione ad altro?
    Mentre siamo intenti ad osservare una sposa che entra in chiesa, ci perdiamo la meraviglia sul volto dello sposo, ad esempio.
    Quindi la domanda è: voglio continuare a fare le cose che andrebbero fatte e perdermi valanghe di emozioni, oppure voglio vivere e non semplicemente esistere?
    Fare quello che voglio e che mi riempia cuore e occhi di gioia, ecco cosa fare… la vita è breve.
    Quindi che restino pure nel lavello quei piatti, domani compro quelli di plastica!

  5. maria ha detto:

    un solo gesto, un solo un attimo, e la vita può cambiare. In meglio o in peggio. Mille sono le sorprese che ogni giorno la vita ci offre. Mille gli ostacoli, mille le soddisfazioni. Basta non farsi sopraffar dallo socrrere della vita e cercare di prendere al volo tutte le cose positive che ci offre e far tesoro dei vari sbagli fatti. E poi, come va, va.

  6. Caterina ha detto:

    Siamo sinceri: per la maggior parte di noi la vita è routine. Sveglia, doccia, lavoro, bimbi, piatti: è come se, nonostante quella sveglia che cerca di scuoterci ogni mattino, rimanessimo addormentati nei giorni, nei mesi, negli anni. Poi è un momento: le mani in acqua, il flacone del detersivo aperto, nella testa scatta qualcosa.
    Ma cosa sto facendo? Ma quanti anni ho buttato?
    Da questo momento inizierò a pensare un po’ anche a me stessa.
    Il mondo continuerà a girare anche senza che io lavi i piatti!

  7. Nella baraonda giornaliera non ci accorgiamo del tempo che scorre inesorabilmente. Poi accadono piccole o grandi cose che ci fanno capire che nella vita tutto, nel bene o nel male, può cambiare. Allora iniziamo a capire che le cose semplici sono quelle che danno un senso alla nostra vita, e capiamo che uscire dallo “schema esistenziale” è possibile e doveroso per vivere davvero e lasciare che i “piatti sporchi” della nostra giornata ogni tanto si accumulino, per dare spazio e tempo a ciò che davvero merita di essere vissuto.

  8. Stefania C. ha detto:

    “Fare ordine tra i piatti sporchi, per esempio, mi pareva assolutamente irrilevante nello schema dell’esistenza”.

    Siamo sopraffatti dalle regole che la società ci impone, dallo schema esistenziale della nostra vita, dagli obblighi e dalla quotidianeità. Proprio per questo mi rivedo nella protagonista Barbara, nella sua insofferenza a seguire gli ordini del marito, nel suo gesto spontaneo e immediato di lasciar perdere tutto quando, per l’ennesima volta, le si impone ordine anche laddove non sarebbe necessario .. nei piatti sporchi…

    Il suo è stato un gesto impulsivo che le ha permesso di non scoppiare e che noi tutte dovremmo talvolta imitare per non essere sopraffatte da regole e ordine.
    Non perdiamo di vista l’essenza stessa della vita; una casa pulita, ordinata e precisa spesso è solo una casa fredda e senza amore.
    Ben venga qualche volta essere più leggeri e meno perfezionisti!!

  9. Ilenia Grossule ha detto:

    Ma alla fine cosa non è assolutamente irrilevante nello schema dell’esistenza? Dipende da con che occhi si guardano le cose, come sempre. Una pila di piatti sporchi, non è altro che il quotidiano che ci appartiene e che ci sembra così ininfluente nella vita, ma la realtà dei fatti è che tutto serve. Fare ordine, ma anche mettere da parte l’ordine e fare spazio al disordine creando il tempo necessario per noi stessi.
    E’ buffo che questa domanda sia capitata proprio ora. Voglio dire, io devo ringraziare mia nipote che un paio di giorni fa si è fermata a spedire due cartoline, altrimenti avrei visto la mia famiglia finire in ospedale e forse ci sarei finita anche io, perché subito dopo una grossa moto ha preso le persone presenti sul marciapiede dove eravamo noi, che ci siamo fermati a spedire le cartoline, un gesto forse ininfluente per il resto del mondo, ma in questo caso non lo è stato per noi. La vita è quella cosa che accade mentre si fanno altri progetti disse J. Lennon, e credo avesse ragione. E’ giusto mettere ordine ai piatti sporchi, ma anche alle proprie priorità: alla fine la vita è una sola, e dovrebbe essere la regola e non l’eccezione, dedicare ogni giorno un po’ di tempo a noi stessi, a chi amiamo e a ciò che ci piace di più. Che sia un film, un gelato in compagnia, guardare il cielo o leggere un libro.
    In definitiva cosa mi ispira questa frase?
    Spazio ai piatti di plastica!

  10. Matteo ha detto:

    Ogni piatto sporco, prima di essere tale, è stato pulito. Ignorare ciò può portarci a tralasciare uno degli aspetti migliori che esiste in noi: la memoria. Fare i conti con i soli piatti puliti è un inutile tentativo di nascondere a noi stessi lo sporco che sta sugli altri: perché da qualche parte stanno, magari ammassati l’uno sull’altro, ma sono presenti. E ci reclamano. Rinviare il momento in cui saranno puliti non va a nostro vantaggio, a meno che non si voglia vivere completamente dimentichi del proprio passato. Basterebbe trovare il coraggio (perché di coraggio si tratta) per affrontarli uno a uno, sforzandosi di capire quale sia il metodo migliore per pulire ciascuno di essi, in quanto ognuno ha una macchia diversa. Siamo così abili alle volte nel pulire i piatti altrui da illuderci che i nostri saranno puliti al medesimo modo: ma solo noi possiamo mondare i nostri piatti. E non c’è lavastoviglie che tenga.

  11. Elena ha detto:

    Rispondo a questa frase prendendo in prestito un pensiero dal mio scrittore preferito: “Quando incontriamo una persona per la prima volta, gli chiediamo: che fai?” E l’altro ti risponde che fa l’impiegato in banca, non capendo che forse che la sua vita è priva di slanci, di emozioni, nonostante egli si sia sistemato economicamente senza problemi, almeno quelli pratici. Ma, i problemi dell’anima qualcuno ci pensa? Questa donna si sarà sistemata economicamente, poiché il marito non gli fa mancare nulla e che ha avuto dei figli che sono la luce dei suoi occhi, il marito però si è mai domandato: la mia donna è felice? No, perché altrimenti avrebbe preso il piatto e lo avrebbe sistemato lui invece di imporre ordini.
    Questa donna la vorrei descrivere con una parola: Coraggio… ci vuole coraggio a prendere in mano la propria vita e ricominciare da zero, perché la prima domanda da fare quando si conosce una persona non è Che fai? Ma: Chi sei? Coltivare i propri sogni… Buona vita a tutti!

  12. Luciana ha detto:

    L’indice scorre sul bordo del piatto: rotondo, perfetto, eppure sporco, disordinato assieme agli altri piatti.
    Ma stasera tutto quello che tocco con le mani mi sembra incompatibile con lo schema dell’esistenza. Apro la finestra. Guardo le stelle. Voglio l’eterno.

  13. Augusto ha detto:

    Mi suscita un senso di apatia e cinismo verso i piccoli gesti quotidiani che possono però rappresentare una problematica che si estende anche alle grande decisioni che finiscono per determinare il corso della nostra vita

  14. Gianluca D.T. ha detto:

    Anche i piatti sporchi hanno bisogno di “ordine” ma ciò non deve essere la priorità della nostra vita. La frase ci vuol far riflettere sullo “schema esistenziale” che ha leggi e regole che a noi sfuggono, ma ci sono.

    Nel nostro quotidiano dobbiamo rispettare tante regole e imposizioni che la società ci impone, poi sta a noi nei nostri piccoli spazi, di regolarci come meglio crediamo, di respirare liberi senza troppi obblighi; ma questo è solo per un attimo, poi la vita familiare ci richiama all’ordine e noi aspettiamo con ansia il prossimo momento di piena libertà e ce lo assaporiamo piano piano… lentamente…. piccolo sfogo della grigia vita quotidiana…

  15. eyeinthesky ha detto:

    Vivendo non ci accorgiamo di quanta esasperazione, frustrazioni e compromessi mettiamo da parte nella nostra anima fino a quando, un’inezia ci porta a fare un gesto inspiegabile agli occhi di chi ci guarda. Inspiegabile proprio perchè siamo guardati e guardiamo gli altri, ma non osserviamo non ci poniamo domande, siamo talmente abituati a far scorrere la nostra vita su binari fissi che qualsiasi “distorsione” della quotidianietà ci crea disagio.
    Tutto questo fino ad un punto di rottura che si può manifestare quanto meno te lo aspetti. La misura è colma, così come tutto ciò che ti sta intorno ed allora la voglia di fuggire si fà prepotente e non c’è nulla che ti può fermare se non la voglia di ricominciare tutto.

  16. Aquila Reale ha detto:

    Evidentemente per la protagonista sono altre le priorità della vita: la prima non è certo quella di “far ordine tra i piatti sporchi”.
    Quando ciò che si fa è lontano, cento miglia, da ciò che si vorrebbe fare, allora è il momento di attuare dei cambiamenti. La vita è imprevedibile, nulla è immutabile. Se “davanti a dei piatti sporchi” sentiamo il desiderio di cercare “altro”, allora non dobbiamo opporci al richiamo di cambiamento. Bisogna vivere volendo “essere liberi”. Si, “liberi” di sbagliare, di gioire, di vivere il dolore e la “vittoria” su coloro che ci dicevano “come far ordine tra i piatti sporchi”.

  17. Rosella ha detto:

    Un rito, un protocollo, questo è l’ordinario quotidiano fatto di tempi e spazi, designati e misurati: in alto i sogni fragili come cristallo e in basso i pensieri pesanti come l’acciaio. Poi ci sono le idee, ma non sai mai dove collocarle. Troppo ingombranti! E allora ti tocca lavarle a mano, perchè sei fuori tempo massimo…anche per vincere un libro.

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