La convergenza settoriale è quel fenomeno per cui vanno a scomparire i confini tra differenti prodotti, creando competizione a 360 gradi. Così, se negli anni ’90 Apple vendeva prodotti informatici e non sapeva cosa significasse editoria, oggi mettendo a disposizione i libri digitali nell’App store finisce per far concorrenza ai gruppi editoriali più importanti. Stesso discorso vale per Amazon e IBS, nate direttamente online.
Come possono i vecchi gruppi editoriali resistere alla forza d’urto di questi ingombranti paperoni digitali? Se la risposta sarà data solo dal tempo, nel frattempo possiamo assistere al tentativo temerario di Random House e Penguin, che ieri mattina hanno annunciato una fusione da 2,5 miliardi di sterline, divenendo così la casa editrice più grande del mondo, la Penguin Random House. L’idea è quella di diventare più competitivi abbattendo i costi ed investendo nel digitale, trasformando il conflitto in cooperazione attraverso un’equa spartizione delle azioni e del potere.
La nuova casa editrice, che otterrà il via libera solamente nel 2013, aumenterà così le sue quote di mercato nei diversi continenti, forzando inevitabilmente le case editrici rivali a proseguire sulla strada delle fusioni per sopravvivere. Basterà per frenare la prepotenza informatica?
Fonte: Sole 24 Ore