Autore: thomas hardy
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: Classico, Romanzo esistenziale
Traduttore: chiara vetteroni
Pagine: 360
Prezzo: 16
Il matrimonio è il sogno dell’Amore. Il suo coronamento o, comunque, il punto più alto. Il matrimonio dovrebbe essere felicità. Ma non lo è per lady Viviette Constantine. Lei, a cui nulla manca grazie al lavoro del marito e alle di lui ricchezze, non ha libertà né gioia. La donna, infatti, deve fronteggiare quotidianamente le gelosie del dispotico consorte che limita la libertà della donna il più possibile. La storia della signora Constantine sembra ormai decisa fino a quando il marito, ricco mercante, scompare in Africa lasciandola vedova.
La condizione di vedova offre a Lady Viviette delle nuove possibilità: uscire, visitare l’intera proprietà e andare a vedere quella torre, una torre antica che appartiene alla famiglia del defunto marito e che non le era permesso di vedere. La torre aveva sempre attirato la sua curiosità forse per la ragione per cui era stata costruita (in onore del bisnonno del marito, morto durante la guerra nelle colonie) sia per la leggenda che la voleva edificata su un antico luogo che ospitava i raduni delle antiche tribù Sassoni che avevano invaso la Britannia. Quando finalmente la donna riesce ad appagare la sua curiosità, entrare nella torre e salire fino alla cima, trova ad aspettarla il giovane Swithin St.Cleeve, figlio del reverendo locale e astronomo improvvisato. Il ragazzo, più giovane della donna di otto anni, aveva preso l’abitudine di usare la torre come luogo dove compiere le sue esplorazioni del cielo notturno e rimane affascinato dalla donna e lei con lui.
La passione tra i due nasce quasi subito, ma quello che doveva essere una gioia, la possibilità di una vita ritrovata e di un Amore lieto, diventa una difficoltà non indifferente quando la relazione tra i due diventa il fulcro di numerosi problemi legati alla morale dell’epoca.
Si dice spesso che l’Amore è deciso dal Fato e scritto nelle stelle. Non so se Hardy conoscesse questo modo di dire, ma il Fato e il cielo sono, indubbiamente, i due elementi chiave di quest’opera, sotto i quali, quasi fossero delle marionette, si muovono gli uomini, impotenti burattini incapaci di cambiare le cose, oppressi da se stessi e da un destino troppo grande per loro.
I due protagonisti umani, Lady Viviette e Swithin, sono una perfetta testimonianza della filosofia di Hardy che (come Leopardi e Verga) vede l’uomo come un minuscolo essere insignificante i cui problemi sono infinitesimali dinnanzi a un cosmo vasto e freddo, inumano e affatto benigno e che non si cura delle sofferenze o dei desideri dei suoi abitanti lasciandoli in balia di forze crudeli. Hardy, in questo romanzo, critica in modo spietato la società vittoriana in cui vivie. L’ipocrisisa della classe sociale dirigente, lo scandalo dei due amanti che dovrebbero restare divisi ‘per la loro estrazione sociale e per la loro differenza di età, influisce in tutti i modi sulla scena, contaminando poco alla volta il desiderio tanto cercato e desiderato di entrambi. In fondo la ricerca della felicità è qiualcosa a cui tutti dovremmo aspirare.
Per Hardy la vita è diversa, più dura. Pochi sono gli eletti che ci riescono, vuoi per fortuna vuoi per lignaggio, ma il resto dell’umanità è condannata a una infelicità pressante che scende inesorabilmente sull’uomo, giudicandolo e bloccandolo. Nel testo, appena i due amanti riescono a coronare il loro sogno, la natura e la vegetazione sembrano ribellarsi a questa unione “immonda” diventando sempre più cupe e minacciose e alliungando le ombre sui due amanti.
Sicuramente le opere di Hardy sono interessanti (anni fa avevo avuto modo di leggere Tess dei D’Uberville che avevo trovato molto particolare per le tematiche trattate) poiché ci mostrano uno sguardo disincantato e più crudo di quella che è l’Inghilterra vittoriana che spesso (specie in tempi recenti) viene vista come epoca fantastica al pari dell’Arcadia degli antichi, dove tutto è magnifico e splendente, e dove l’Amore vince e trionfa su tutto.
Sicuramente Hardy non è una lettura da affrontare a cuor leggero, è un testo che richiede molta attenzione e che da molto da pensare, ma nel complesso è una lettura intrigante e che fa riflettere.