Autore: Hesse Thierry
Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Fazi
Traduttore: Maurizio Ferrara
Pagine: 481
Prezzo: 18.50
Pierre Rotko ha i pochi appunti nel suo taccuino per ricostruire la storia della sua famiglia, rivelata dal padre pochi giorni prima di togliersi la vita. Il racconto è mosso da un’intuizione, il daimon di Socrate – secondo l’interpretazione di Plutarco è l’intelligenza di una parola in grado di colpire la mente con un suggerimento silenzioso- che conduce il protagonista a Grozny, nel Caucaso.
Lev Rotko, padre di Pierre, era solo un bambino quando i genitori presero la straziante decisione di affidarlo alla famiglia di un amico di Grozny, stappandolo alla sua città natale Stavropol’ per salvarlo dall’inarrestabile sterminio nazista. I primi panzer invadevano le città e cartelloni con enormi caratteri azzurri occupavano i muri ordinando un raduno a tutti gli ebrei: presentarsi a quell’ appuntamento avrebbe condotto alla morte, come pure disertarvi. Il piccolo Lev non avrebbe avuto scampo.
Ventenne, Lev Rotko abbandonò per sempre quella terra fuggendo astutamente a Parigi dove ottenne la cittadinanza e si fece conoscere come Léon. Da profugo sovietico divenne un professionista francese, ma il ricordo lontano dei genitori, la sua identità perduta di ebreo, la ricerca di un’appartenenza e le atrocità della guerra hanno continuato a tormentare la sua esistenza -come i restauri alla galera a remi di Teseo ne mettono in dubbio l’autenticità.
“Dopo la sua vittoria contro il Minotauro, il re Teseo, si racconta, riportò ad Atene la sua galera a trenta remi. Per secoli i greci la conservarono con molta cura, sostituendo i vecchi pezzi quando marcivano. Una volta cambiato l’ultimo pezzo, alcuni si chiesero se si trattasse ancora della stessa nave. […] …se si considera che i cambiamenti apportati lo sono stati in una continuità di spazio e di tempo, si ammetterà che quella nave rifatta non è diversa dalla nave originale.“
Il demone di Pierre, l’intuizione, lo conduce alla scoperta della terra martoriata dagli scontri tra i ribelli ceceni e i russi -l’antico astio tra i due popoli non si è mai placato- e lo sottopone all’angoscia della guerra che suo padre visse durante l’infanzia e la giovinezza. Il demone però non è maligno ne sadico e le sue mire sono rivolte al ritrovamento della devozione per i nonni, uccisi da tempo, e che fino a quel momento erano solo figure abbozzate dall’immaginazione attorno ai pochissimi riferimenti del padre. Riallacciare un legame familiare per il protagonista significa soprattutto ristabilire un contatto con un popolo abbandonato e più in generale con coloro che si ribellano alla loro condizione di vittime soffocate da un male ingiusto.
La ricostruzione dell’identità dei Rotko di tre generazioni è solo il filo conduttore della storia che attraversa l’Europa del secolo scorso aprendo grandi interrogativi di interesse collettivo. L’indagine sulle cause del male tra i popoli volge lo sguardo ai suoi strumenti -uomini comuni reclutati come sterminatori- portatori inconsci di una carica offensiva devastante e giunge a comprendere l’errore di fondo delle scelte politiche che scatenano il conflitto: le contraddizioni disastrose di un potere svincolato dalle sue stesse leggi. Il pensiero di Pierre non abbandona l’individuo alle maree del destino, ma conserva una preziosa luce di salvezza nell’amore e nella fortuna.
Lo stile del romanzo è coraggioso ed appassionante, intriga il lettore a conoscere il lato più umano dei protagonisti del Novecento e lo conduce attraverso una trama sempre più ricca di verità da nascoste.
Thierry Hesse esordisce nel 2003 col romanzo Le Cimetière américain che gli valse i premi Prix du Petit Gaillon e Prix Robert Walser. Altri successi dell’autore sono Jura, Devenirs du roman, Face à Sebald. Thierry Hesse è nato a Metz dove lavora come insegnante di filosofia.