Chiodi- Antonio Schiena

Titolo: Chiodi
Data di pubbl.: 2023
Pagine: 180
Prezzo: 17.00

Diventare grandi è sempre una bella sfida. Per alcuni, basta una semplice festa di compleanno per scopriredi essere diventati grandi, per altri il passaggio è più duro. Magari succede qualcosa di tremendo, magari la vita ti riserva qualcosa di duro che cancellerà dalla tua vita la spensieratezza dell’essere bambino.

Per quel piccolo paese del sud italia, i ragazzi diventano uomini solo a una condizione: entrando nel vecchio cimitero di notte e affrontando l’Avvinto, una figura leggendaria che, si dice, viva di notte nel cimitero, condannato dalla Morte (che lui aveva sfidato) a essere deriso dai bambini che in quella prova di coraggio sarebbero diventati adulti.

Anche Marco Torre vorrebbe diventare un uomo. Stanco della sua vita, stanco delle prese in giro e della solitudine, arriva al momento in cui viene costretto dai compagni ad affrontare la prova dell’avvinto.

Ma quello che succede, lascia una grande ferita nella comunità dove Marco vive.

Il lettore dovrà sciogliere molti misteri, come quello che si nasconde dietro l’identità del misterioso nuovo guardiano del cimitero.

Quando ho finito di leggere questo libro, mi è saltata alla mente l’immagine di una torta multistrato. Bella, golosa e potenzialmente letale per il mio stomaco.

Chiodi ha avuto lo stesso effetto.

Stilisticamente lo amerete. È semplice, scorrevole e molto immediato. Non ha bisogno di grandi riflessioni o di fermarsi per seguire una narrazione che può incepparsi. La storia fila veloce, meglio di qualsiasi puntata di qualche telefilm di Netflix.

Per quanto riguarda il contenuto della narrazione, sono molti gli argomenti che vengono presentati: la difficoltà della crescita, la solitudine di genitori single, la difficoltà della scuola media, il rapporto tra i pari, l’esplorazione del corpo e, ultimo ma non per meno importante, il Bullismo.

Soffermiamoci un istante su questo argomento.

Ho letto moltissimi libri che parlano di Bullismo. Li ho letti nel mio percorso di formazione, li ho letti quando uscivano, li ho letti perchè diventavano casi editoriali.

Mi sono reso conto di una cosa: parlare di bullismo non è mai semplice.

Si rischia di cadere nel pietismo o di dare uno sguardo troppo distante al fenomeno. Si parla delle sofferenze delle vittime o delle complessità che stanno attorno alla vicenda. A volte, anche della “redenzione” che il carnefice può maturare.

La realtà è che il bullismo è un fenomeno complessissimo. Difficilissimo da inquadrare, arduo da descrivere e tremendo da subire. Lascia le vittime spezzate e gli adulti attormo a loro, impotenti spettatori di una tragedia che si vorrebbe evitare ma non si riesce.

Non esiste mai, in nessuna lettura, un suggerimento su cosa fare, come comportarsi o come agire. Nemmeno i grandi esperti lo sanno anche se rimandano a innumerevoli giri di parole per convincere del contrario.

Antonio Schiena non si eleva a maestro spirituale. Non vuole dare insegnamenti o sbattere in faccia qualcosa a qualcuno. Con delicatezza racconta una storia triste che scava nel profondo del lettore. Le sue parole sono semplicemente splendide. Fanno male quanto le lacrime della vittima.

Con la stessa capacità che hanno avuto gli scrittori francesi del xix secolo nel denunciare le contraddizioni della società moderna (che si pensava evoluta, raqzionale e giusta per definizione), Schiena racconta del mondo nascosto di troppi adolescenti che, nonostante i film, le letture o le lezioni in classe, subiscono dai loro stessi compagni l’umiliante dolore del diventare valvola di sfogo per i disagi altrui.

Ho apprezzato molto questo libro. Breve, semplice ma potente e sento di volerlo consigliare a chiunque stia leggendo queste poche righe, specie se si tratta di educatori, psicologi, insegnanti o semplici genitori. Nelle sue poche parole e nei suoi molti silenzi, questo libro vi coinvolgerà moltissimo e vi farà aprire gli occhi su una realtà drammaticamente attuale.

Consigliato.

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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