
Autore: Emil Cioran
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Voland
Genere: Saggi
Traduttore: Cristina Fantechi
Pagine: 148
Prezzo: € 13,00
Breviario dei vinti è scritto in romeno da Cioran a Parigi tra il 1941 e il 1944 vedrà la luce soltanto nel 1991 in Romania e in Francia uscirà nel 1993 tradotto da Alain Paruit.
Quest’opera dell’autore di Squartamento adesso esce per la prima volta in Italia per i tipi di Voland con la traduzione di Cristina Fantechi, cura di Roberto Scagno che è autore anche di una bella postfazione.
Settanta frammenti in cui il dinamitardo pensatore scettico si cimenta con il tema dell’esilio (quello metafisico e quello culturale).
In queste divagazioni scritte con il linguaggio della prosa poetica troveremo un Cioran che si ferma a riflettere sulla condizione umana assediata dall’incompiutezza e dall’insensatezza.
Breviario dei vinti è un testo scritto negli anni cruciali in cui Cioran si interroga sulla gioia e sulla disperazione di essere romeno e allo stesso tempo elabora quel pensiero radicale che lo porterà verso una nuova lingua e una nuova terra.
Anche qui troveremo il pensatore esacerbato dalla lucidità e logorato dall’insonnia che rischia e osa senza mai nascondere la volontà di potenza delle sue parole in un dialogo serrato con la sua coscienza.
«Il desiderio di scomparire, poiché le cose scompaiono, ha avvelenato cosi crudelmente la mia sete d’essere che, in seno agli scintillii del tempo, il respiro mi si spegneva, e il crepuscolo della natura mi avvolgeva d’una miriade di ombre. E, siccome vedevo il tempo in tutto, speravo di salvare tutto dal tempo». Nel frammento in questione Cioran si confessa liricamente e la scrittura è il mezzo per lenire le ferite e le lacrime di quel disagio esistenziale che lo porterà a concepire gli squartamenti dell’esistere.
Breviario dei vinti già contiene il naufragio delle idee del Cioran maturo, la disillusione e il disincanto dei suoi interrogativi di scettico.
«Le audacie della mente mandano in frantumi l’esistenza. Ma con quale passo delicato camminiamo poi sui suoi detriti! Espiamo la nostra temerarietà e la nostra ricerca impudica della verità intenerendoci dolcemente sui resti di questa esistenza stritolata dalla rapacità della ragione»(frammento 22).
Roberto Scagno nella postfazione scrive che Cioran, con il Breviario dei vinti, ha voluto lasciare un documento che rivela nella sua ricerca tormentata la lucidità ma che cela ancora nelle sue pieghe il disincanto.
In queste pagine ci troviamo davanti già un Cioran incandescente con la lingua lirica e tagliente.Uomo pensante che getta le basi di quella tentazione di esistere che farà di lui lo scrittore, il pensatore e forse il filosofo e il testimone che con estrema lucidità si tuffa nel crepuscolo di un mondo in cui gli uomini sono in caduta libera.