Sabato 23 novembre in occasione della manifestazione milanese Bookcity, si è tenuto presso il teatro Elfo Puccini, l’incontro Masterpiece: il talent per aspiranti scrittori con la partecipazione di Laura Donnini (Direttore Generale di Rcs Libri), Lorenzo Mieli ( amministratore delegato di FremantleMedia Italia), Elisabetta Sgarbi (Direttore Editoriale Bompiani), Andrea Vianello ( direttore di Rai3), Paolo Conti (Corriere della Sera) e gli scrittori Andrea De Carlo e Giancarlo De Cataldo.
Al centro dell’incontro ovviamente Masterpiece, il talent, in onda su Rai3 la domenica in seconda serata, che ha per obiettivo lo scoprire nuovi talenti in campo letterario. Il programma si suddivide in due fasi, per un totale di 12 puntate: le prime sei dedicate alla selezione di 6 concorrenti, cui in seguito se ne aggiungeranno altri, e durante le quali i partecipanti verranno sottoposti a varie sfide letterarie e giudicati dalla giuria composta da Andrea De Carlo, Giancarlo De Cataldo e Taiye Selasi, le sei successive (in prima serata) vedranno i finalisti contendersi la vittoria finale.
L’opera vincitrice, dopo una accurata revisione, sarà pubblicata in 100mila copie dalla casa editrice Bompiani, e diffusa in formato cartaceo e digitale.
Il primo a prendere la parola è stato Andrea Vianello, il quale ha raccontato di come l’idea del programma fosse nata assieme allo scrittore Giancarlo De Cataldo e di come fossero entrambi convinti dell’originalità di un progetto che unisse il formato del talent alla letteratura. A questa convinzione si univa la consapevolezza del fatto che siano molte le persone a vivere nel sogno di diventare un giorno grandi scrittori, ed è a loro che il talent è rivolto. Ma non solo. L’obiettvo non era quello di formare nuovi scrittori, bensì di scoprirli: per questo motivo la partecipazione era aperta solo a coloro che avessero già composto un romanzo. Alla scadenza delle iscrizioni, ben 5000 erano i candidati validi che si erano presentati, a dimostrazione che in Italia esisteva una enorme quantità di persone che non era rappresentata dalla televisione.
Al centro di numerose critiche, Masterpiece è stato accusato tra le altre cose di avere portato sullo schermo dei cosiddetti “casi umani” invece che degli aspiranti scrittori, a causa delle sofferenze personali descritte dai concorrenti. Lorenzo Mieli risponde a tali critiche affermando che ciò che il talent si propone è di rappresentare una realtà esistente, senza tacerne alcun aspetto, nella convinzione che anche dietro una manifesta sofferenza possa celarsi un talento. Ad ogni modo i concorrenti supereranno le prove soltanto dimostrando di possedere le doti necessarie ad uno scrittore, dalla versatilità alla capacità di rimettere mano alle proprie opere, e saranno sempre valutati dai tre giudici sulla base del valore dei testi scritti. Non c’è per lui alcun rischio dunque che il personaggio prevalga sul talento.
Per Laura Donnini ciò che più dovrebbe entusiasmare di Masterpiece consiste nella possibilità di invadere un territorio sacro come l’arte e la scrittura. Scopo del programma è quello di avvicinare quanta più gente possibile alla lettura, portando (almeno così pare) il mondo dei libri alla portata di tutti. Le polemiche erano per lei prevedibili, nonostante la presenza di personaggi autorevoli (Bompiani e i tre giudici) che difficilmente avrebbero accettato di prendere parte ad un progetto dalle basse potenzialità o addirittura di qualità scadente. La loro presenza dovrebbe invece essere testimone del grande lavoro messo in atto per l’allestimento del programma. Non c’è da dimenticare inoltre che i concorrenti in gara sono a loro volta scrittori, i quali solitamente poco apprezzano l’esporre in modo plateale le proprie emozioni. Nonostante ciò, hanno superato la difficoltà iniziale dell’apparire in televisione pur di avere la possibilità di vedere riconosciuto il loro valore.
Elisabetta Sgarbi ha sottolineato come il titolo del programma non corrisponda esattamente al contenuto: il titolo vuole dare enfasi al programma, ma non è detto che al termine della trasmissione si riuscirà a trovare un vero “capolavoro”. Sicuramente, ha affermato, il capolavoro non è tra le opere giunte. Al termine della selezione, qualunque sarà l’opera vincente, sarà necessario un lungo lavoro di revisione. Una critica mossa da E. Sgarbi alla struttura del programma è stata quella di dedicare troppo poco spazio alla lettura del teso scritto, cui sono dedicati solo pochi minuti a puntata. Un segnale forte è stato però il fatto che molti degli esclusi dal programma abbiano in seguito contattato la casa editrice per chiedere il motivo di tale scelta e per avere suggerimenti al fine di migliorarsi.
Lo scrittore Andrea De Carlo è dell’opinione che non si possa raccontare un romanzo in televisione. Nonostante ciò quando gli venne proposto di collaborare alla realizzazione del programma accettò, attratto dalla sfida e dalla novità del formato. A. De carlo combatte inoltre l’idea contemporanea della sacralità dell’arte. In passato l’arte era calata nella viva realtà, mentre oggi è stata posta su un piedistallo e ritenuta inviolabile. L’arte per lui andrebbe riportata tra la gente. Consapevole dei rischi e delle difficoltà personali (uno scrittore è abituato a decidere tutto i lavoro da sè, mentre in un programma televisivo non è che un parte del tutto) decise di accettare la proposta, anche per avere inoltre la possibilità di confrontarsi con altri scrittori e ascoltare voci differenti. Ha infine dichiarato che sarebbe contento se al termine del programma emergesse una nuova voce letteraria italiana con la quale confrontarsi.
Giancarlo De Cataldo ha affermato, in riferimento a tutti coloro che che hanno criticato il talent, che il programma, per quanto lo si possa contestare, non danneggia nessuno, oltre al fatto che, in un paese dove il numero di lettori è decisamente basso, la presenza di un programma come Masterpiece appare quasi “doverosa”. Ha inoltre sottolineato come si definisca solitamente un “caso umano” colui che non ottiene il riconoscimento del proprio lavoro attraverso la pubblicazione dei propri scritti, mentre si definisce “caso letterario” colui che ottiene il successo.
I dati auditel appaiono positivi agli organizzatori, i quali si mostrano ottimisti sul futuro del programma. Ciò che maggiormente hanno sottolineato e apprezzato è stato il dibattito che il programma ha generato sui social, in special modo tra i giovani.