Alla scoperta del cibo – Fabrizio Diolaiuti

Titolo: Alla scoperta del cibo
Autore: Fabrizio Diolaiuti
Genere: ricettario
Prezzo: 16.00 €

“Ci divertimmo moltissimo in Spagna, quell’anno, viaggiando e scrivendo. Hemingway mi portò a pescare i tonni e io ne presi quattro scatolette”.

Con questa frase di Woody Allen, Fabrizio Dialaiuti apre il suo libro “Alla scoperta del cibo”, che definire ricettario non è totalmente corretto e libro di cucina è veramente poco. Quello che Beppe Barigazzi, dal 2000 tra i protagonisti della “Prova del cuoco” su Rai Uno, scrive nella prefazione sotto forma di lettera all’autore, ben riassume quello che questo volume può rappresentare: “Perché un libro così utile, chiaro, piacevole, facile non viene adottato nelle scuole?”. E aggiunge: “il tuo libro è una bella luce”.

In effetti, “Alla scoperta del cibo” accende una luce su tanti aspetti dell’alimentazione intesa in senso ampio che lasciano affascinati. A volte anche un po’ preoccupati, pensando a che cosa ciò che acquistiamo e trasferiamo nel nostro corpo è stato sottoposto. Ma sicuramente ci trasporta in una dimensione che ci fa conoscere, capire. E poi ci lascia scegliere.

Il libro è strutturato sotto forma di dialogo tra il Cibo (con la C maiuscola, perché diventa personaggio) e una persona che non lo conosce. “Io sono il Cibo – si presenta fin dall’inizio il protagonista -, fondamentale per la tua vita come l’aria che respiri. Non puoi fare a meno di me, eppure mi trascuri[…]. Mi dai per scontato, mi trovi ovunque e quando hai fame mi mangi”.

E da qui la domanda: “Ma che cosa mangi?”.

Ed è il Cibo stesso che, chiacchierando e anche rispondendo alle domande dell’interlocutore, porta alla scoperta degli alimenti: pane, riso, pasta, verdure, legumi, uova, olio, zucchero, sale, condimenti, semi, carne, insaccati, pesci e frutta di mare, frutta, persino i fiori che si possono mangiare, e “l’altro cibo”, quello che magari gli occidentali non mangiano, come “per esempio gli insetti”. E fornendo anche una ricetta a base di locuste.

Un viaggio tra stagionalità, colori che non devono mai mancare dalla tavola, pro e contro di alimenti e tipo di alimento. Tanto per far capire che un uovo non è sempre la stessa cosa, la farina non è sempre la stessa, il riso di un certo tipo va bene per il risotto e un altro no.

Ma non è tutto: la presentazione degli alimenti si accompagna sempre a una curiosità, un aneddoto, un pezzo di storia, un excursus nella cinematografia o nella letteratura, dagli spaghetti di Totò in “Miseria e nobiltà” al “maccarone” provocatore di Alberto Sordi in “Un americano a Roma”, dal “Riso amaro” di Silvana Magano all’ode alla cipolla di Neruda.

E via via così, a scoprire anche che il cracker è nato nel 1801 da Josiah Bent, panettiere di Milton, nel Massachussets, perché si conservasse bene nei lunghi viaggi per mare, mentre i grissini vedono la luce nel 1679 alla corte dei Savoia, con il fornaio Antonio Brunero che li crea per i problemi di digestione e di inappetenza di Vittorio Amedeo II, e che Napoleone Bonaparte “ne andava matto”. Fino alla Torino “magica, occulta e noir” che fa da culla al pancarrè.

La ricetta curiosa, certo, quella con le locuste. Ma qui preferiamo dare quella della pasta frolla, che, se ce la prendiamo comoda, in meno di un’ora ci permette di “sfornare dei biscotti squisiti” e che si conserva comunque nel frigo anche per due o tre settimane.

 

“Ingredienti:

1 kg di farina biologica tipo 00

400/500 g di burro

400 g di zucchero semolato o integrale biologico

3 rossi d’uovo (uova tipo 0)

un pizzico di sale

una grattatina di scorza di limone

 

Disponi a fontana la farina sul piano di lavoro. Riempi il cratere con il burro a pezzetti, lo zucchero la scorza di limone grattugiata, le uova, solo il rosso così lì’impasto risulterà più friabile.

Comincia a impastare delicatamente usando la punta delle dita per sbriciolare tutti gli ingredienti e piano piano ricomponili in una palla lavorandola il minimo indispensabile: la pasta frolla meno si lavora meglio è. Quando l’impasto è omogeneo fallo riposare coperto per una mezz’ora, meglio se in frigorifero, quindi prendi il mattarello e spianalo.

A questo punto entrano in gioco gli stampini. Ce ne sono a forma di stella, di luna, di cuore… Se non li hai usa un bicchiere o delle tazzine. Disponi i biscotti sulla teglia con la carta da forno e inforna a 180°C per 10-15 minuti, controllando attentamente la cottura. Quando si dorano sono pronti”. (ricetta a pagina 57)

 

Voto: 5 padelle

Voto5

 

 

 

Nota sull’autore:

Fabrizio Diolaiuti, laureato in economia, è giornalista, scrittore, conduttore e autore televisivo. Su Rai Uno ha tenuto la rubrica “Linea Verde Orizzonti” ed è stato spesso ospite come opinionista a “La prova del cuoco” e “Uno Mattina”. Su RTV 38 è in onda con “Le Vie del Cibo”. Fra i conduttori storici del “Caffè de La Versiliana”, dal suo libro “Intervista al cervello”, scritto con Ubaldo Bonuccelli per Sperling & Kupfer, ha tratto uno spettacolo teatrale.

www.diolaiuti.net

 

 

Perché leggere questo libro:

perché è un viaggio nell’alimentazione e nella salute raccontato con brio, in maniera coinvolgente, semplice, ma profonda, chiara, mai banale. Un libro che spazia anche nella letteratura, nel cinema, nell’arte. Rendendo il cibo stesso e il mangiar correttamente, davvero, un’arte.

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Prendete racconti per bambini e ragazzi, unitevi romanzi gialli, shakerate ed ecco che salto fuori io: letteratura per ragazzi e thriller sono passioni che mi accompagnano da sempre, insieme comunque alla condivisione del decalogo di Daniel Pennac con i suoi dieci imprescrittibili diritti del lettore. Che prevedono anche quello di “leggere qualsiasi cosa”, pur avendo una spiccata passione per quanto enunciato in apertura di presentazione. Pensando in ogni caso che nelle pagine, non sempre, ma in molti, moltissimi casi, uno scrittore ci sta donando qualcosa di profondamente suo: non per forza un ricordo, ma anche solo un modo di esprimersi, un ritmo narrativo, e ogni volta una creazione. E dunque una forza che va almeno conosciuta. Se poi questa forza avvolge fin da piccoli e aiuta a diventare lettori, oppure dissemina le pagine di indizi che trascinano chi legge in un’inchiesta al cardiopalma… allora conoscerla mi piace ancora di più.

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