A conclusione della prima giornata del Salone del Libro di Torino, la sala gialla ha ospitato la lettura da parte di Alessandro Preziosi di alcuni brani scelti dalle “Confessioni” di Sant’Agostino, un evento di grande intensità particolarmente apprezzato da un pubblico rapito e incantato da un’atmosfera di sospensione creata da un semplice ma incisivo utilizzo di luci e musica.
L’attore, particolarmente legato alla figura del Vescovo di Ippona avendolo interpretato anche in una mini-serie tv, si cimenta già da diversi anni con le sue riflessioni, ma è in grado di rendere ogni volta unica e speciale: come speciale è stata la lettura al Salone, occasione per presentare la nuova edizione delle “Confessioni”, corredata da cd, a cura di Città Nuova in collaborazione con Khora.teatro, produzione teatrale fondata dallo stesso Preziosi insieme a Tommaso Mattei e Aldo Allegrini.
Rilassato e sorridente tra il pubblico prima dell’interpretazione e disponibile con grande gentilezza per gli autografi dopo, Alessandro si chiude in un’invisibile cortina di concentrazione salendo sul palco e si cala completamente nell’atmosfera spirituale che si diffonde dalle pagine a cui dà vita, iniziando a leggere dapprima al buio, con il solo ausilio di una piccola luce, e in seguito circondato da una calda luce aranciata, accompagnato in sottofondo dalle splendide e suggestive musiche di Pachi di Maio composte appositamente per l’audiolibro.
In una performance della durata di poco più di un’ora, quasi un monologo teatrale ma di grande godibilità, passaggi più riflessivi e quasi sussurrati si alternano a esplosioni di grande umanità del santo, definito da Tommaso Mattei uno degli autori ancora oggi più freschi e attuali di sempre, accanito inseguitore della Verità, che non si accontentava di aderire a concetti religiosi e spirituali insegnati da altri, ma li scardinava, li smontava per arrivarne al cuore e interrogarsi sulla loro veridicità, e solo allora li faceva propri.
La scelta dei brani proposti mostra il travaglio interiore dell’uomo Agostino prima che del religioso, non un santo ma un essere umano, che si rivolge a Dio come se con lui discorresse ma al tempo stesso sembra interrogare più se stesso che altri, tornando però sistematicamente a invocare Dio come a chiederne il sostegno.
n’esperienza emozionante che il pubblico del Salone del Libro ha ripagato con un lungo e commosso applauso.
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