A tu per tu con… Marino Buzzi

 Marino Buzzi è un giovane ad appassionato libraio in una grande libreria di catena. Nel suo Un altro best seller e siamo rovinati ci ha raccontato con ironia, sarcasmo, sagacia il mondo dei libri oggi. L’umorismo irresistibile che pervade ogni pagina di questo libro, un diario semiserio come definito dall’autore stesso, non è valso a dissimulare l’amarezza del constatare una realtà piena di punti critici. Dure leggi di marketing, logiche imperscrutabili di profitto, orde di lettori impreparati e frettolosi purtroppo la fanno da padrone in un mondo ben lontano dall’essere quel luogo mitico di magia e cultura della libreria di un tempo. Un sogno disilluso forse quello di Marino Buzzi, ma che di sicuro non muore, solo si trasforma.

Ecco cosa ci ha detto, fuor da ogni retorica, l’autore.

Quando e come è nato il sogno di essere libraio ? Quali erano le aspettative?

È un sogno che mi porto dietro sin da ragazzino e devo dire che le aspettative erano altissime. L’idea principale era quella di poter leggere tutti i libri che volevo, magari passare le mie giornate a vendere, leggere e parlare di libri con clienti appassionati.

Sono state soddisfatte? Cosa significa essere oggi un libraio in una libreria di catena?

Chi lavora nel settore del commercio, oggi, sa che non c’è nulla di più disumanizzante. Ogni pensiero viene calcolato in base a regole di mercato a volte incomprensibili, al marketing che ormai è il vero Dio del commercio. Tutto è studiato nei minimi dettagli per spingere l’acquirente a spendere sempre di più e a riempirsi di oggetti. La stessa cosa, negli ultimi anni, sta avvenendo anche per i libri. Si guarda sempre meno al contenuto e si lavora sempre più sull’impatto visivo. Si spende moltissimo in pubblicità, si cerca, in alcuni casi, di dare una valenza culturale al prodotto attraverso i premi letterari (che ormai servono solo  ad autocelebrarsi). Oggi posso tranquillamente sostenere che buona parte delle mie aspettative sono andate perdute. Le librerie di catena avevano un’enorme potenziale ma, dal mio punto di vista, hanno fallito i propri obiettivi. O forse no, magari l’obiettivo era davvero quello di ricreare ambienti tutti uguali in cui la professionalità delle libraie e dei librai valga molto meno del bollino sconto sul best seller del momento. Credo che il declino sia cominciato quando si è smesso di considerare il libro come un bene culturale e lo si è messo fra gli oggetti di consumo.

In Un altro best seller e siamo rovinati l’ironia, il sarcasmo, la sagacia appaiono come buone armi per esorcizzare una realtà professionale un po’ deludente o, perlomeno, con diversi punti critici. Cosa fa ogni giorno per essere “un buon libraio” e mantenere vivo il sogno?

Il sogno si è trasformato. Oggi sogno di aprire una libreria tutta mia ma resterà, appunto, un sogno. Non è il momento di fare gli eroi soprattutto in un paese in cui si legge pochissimo. Un altro errore delle librerie di catena è stato il sacrificare i lettori forti (che sono pochissimi ma che tengono da soli in piedi il mercato del libro) per i lettori “di passaggio” quelli, cioè, che leggono acriticamente ogni cosa passi in televisione. Credo che prima o poi scriverò il seguito di Un altro best seller, sarà un seguito un po’ più amaro. Se lo scrivessi oggi parlerei della riduzione di personale, della cassa integrazione, dei contapassi, della burocrazia, delle centralizzazioni e molto altro.

La massima soddisfazione per un libraio ?

Vendere un buon libro.

Dove e come si impara questo lavoro ?

Si impara sul campo. Le scuole per librai sono luoghi fuori dal tempo, in cui si elogia un mondo che non esiste più, in cui si raccontano storie di eroine ed eroi che probabilmente hanno smesso di essere tali. Sono sempre belle esperienze ma quotidianamente, poi, ti confronti con una realtà decisamente diversa in cui non è la cultura ad avere la meglio ma il budget.

Lei cura diversi blog e fra questi anche il divertentissimo www.cronachedallalibreria.blogspot.com, divenuto ormai un cult per lettori, aspiranti scrittori e addetti ai lavori. Cosa ne pensa della presenza della tecnologia moderna (librerie on-line, cataloghi on-line, information point multimediali etc.) nel mondo dei libri ? Non crede che venga sempre più a mancare il rapporto diretto con il libraio come interlocutore e consulente?

C’è da chiedersi se la gente voglia ancora il “consulente” libraio o preferisca, invece, un computer veloce e impersonale. Abbiamo sempre meno tempo, per alcuni entrare in una libreria significa entrare in un tempio, per altri invece è solo una scocciatura. Non a caso vanno tanto le librerie on line. Non sono contrario alla tecnologia anche perché sarebbe da illusi pensare di poter fare a meno dei computer. Abbiamo almeno cinque invii importanti di novità settimanali, centinaia di libri che, se non vendono, rimangono sugli scaffali al massimo tre mesi. Sarebbe impossibile ricordarli tutti. Mettiamocelo in testa non esiste più il mercato del libro come lo raccontavano le generazioni precedenti, non esistono quasi più i librai di una volta. Esistono ancora librerie che sono degne di questo nome ma sono sempre meno. Purtroppo.

Gli e-book sconfiggeranno i libri ?

Non in Italia. Almeno spero. Come dicevo prima i lettori forti sono pochi e i lettori forti vogliono libri cartacei. Magari hanno pure l’e-book ma poi sul comodino vicino al letto vogliono il libro di carta perché assaporare un libro cartaceo è ben diverso che leggerlo su uno schermo. In ogni caso non ho nulla contro l’e-book anche se credo che se ne parli troppo e che siano oggetti decisamente sopravvalutati.

A noi che per forma e sostanza siamo Amanti dei libri, che libro consiglia? 

Non posso fare altro che ripetermi. Grandi autori come Pavese, Verga, Kafka, Poe. Ma anche Safran Foer , Genet, Isherwood, McEwan, Burroughs, Ginsberg, Anne Hébert, Marguerite Yourcenar, Simone de Beauvoir… Ultimamente ho letto un libro di una giovane autrice italiana che mi ha colpito moltissimo, lei si chiama Clara Nubile e il libro è Tu come tutto quello che tocchi. Un libro durissimo ma molto bello. Le invidio un po’ la capacità di creare dialoghi così veritieri. Ha una grande padronanza della lingua.

Ringraziando l’autore per la disponibilità e per i consigli, non ci resta che correre in libreria!

Leggi anche la nostra recensione di “Un altro bestseller e siamo rovinati” di Marino Buzzi

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