A tu per tu con… Federico Grom

Il giovane imprenditore piemontese Federico Grom ha stretto un’insolita e curiosa alleanza con il celebre libro “Il piccolo principe” edito da Bompiani. Grom è anche autore di un libro autobiografico, “GROM. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori, in cui narra anche del sodalizio con l’enologo Guido Martinetti.

L’abbiamo intervistato per gli Amanti dei Libri. 

Cosa ha significato per lei raccontare l’avventura di GROM  in questo libro?

All’inizio scrivere questo libro mi faceva un po’ paura. Non è facile raccontare una storia così vicina, parlare di un ragazzino di dieci anni alle prime armi. Ha significato poter raccontare di un sogno che è diventato realtà, perché inseguito con determinazione.

E qual è il nesso fra Grom e il piccolo principe?

Il nesso è un gesto che nel “Piccolo principe” un uomo compie ogni sera sul Pianeta 5: accendere ogni giorno e spegnere la sera un piccolo lampione. Siccome il pianeta compie una rotazione al minuto, il piccolo principe gli chiede chi mai lo obblighi a badare continuamente al lampione. Lui gli risponde che è la sua consegna. Lo stesso vale per me: devo sempre stare dietro al mio lavoro e lo faccio con passione, non solo perché è il mio dovere, ma perché è il mio compito.

Cosa consiglieresti, oggi, ai giovani per essere vincenti nel mercato del lavoro?

Molta grinta e determinazione, la capacità di inseguire i propri sogni, perché è proprio nei momenti di crisi, in quelli più difficili che emergono le idee migliori. Non è semplice, ma ci si può riuscire. Io e il mio amico e socio, Guido, abbiamo cominciato proprio dalle nostre passioni, a partire da quando in terza media lui ha chiesto come regalo una gelatiera, più per avere la scusa di invitare le ragazzine che altro… e poco alla volta, col tempo, è nato tutto.

Una parte di questo sogno è anche Mura Mura…

Sì, è un sogno nato perché cercavamo la migliore frutta in Italia ma ci siamo accorti che la frutta italiana era molto curata dal punto di vista estetico molto meno da quello organolettico. Allora, abbiamo deciso di creare questa tenuta in provincia di Asti, di 17 ettari, in cui si coltivano pere e pesche, preziose anche per gusto, profumo e non solo aspetto. Non coltiviamo e basta, facciamo anche sperimentazione, che spesso vuol dire andare indietro anche di cinquantanni per riscoprire quelli che erano i metodi usati allora. 

Com’è riuscito a creare tutto questo nonostante le maglie della burocrazia italiana?

In realtà non bisogna farsi scoraggiare dalla burocrazia. Ho imparato che si tratta di una questione soggettiva: dipende da chi hai davanti. Non è vero che la burocrazia è sempre più semplice altrove, anzi…

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