Titolo: A portata di mano
Editore: Del Vecchio
Genere: romanzo
Numero di pagine: 219
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: € 13
Quando vi accingerete a leggere A portata di mano di Tilman Rammstedt non aspettatevi un libro in grado di coinvolgervi fin dalle prime pagine, magari sarete tentati di abbandonarlo, perché come un’auto che funziona a diesel ha una lenta carburazione. Non fatelo, non abbandonatelo: vi riserverà delle sorprese. La stessa copertina, disegnata da Riccardo Russo, rappresenta un autobus e proprio come questo mezzo che non brilla certo per velocità ma arriva comunque a destinazione, anche la narrazione ha un suo fine.
Tre giovani trentenni, due ragazzi ed una ragazza, molto amici nei primi anni della loro gioventù, si perdono di vista per poi ritrovarsi, o meglio cercarsi, dopo tre anni di lontananza, in occasione di un evento: il matrimonio di uno di loro, Katharina. Un giorno Felix, il narratore, riceve la partecipazione di nozze con invito dall’amica. Il fatto in sé scompagina la sua routine in quanto questo evento non era assolutamente previsto e soprattutto non era stato “concordato”: “Me lo ricordo ancora esattamente, mi ricordo ancora tutto esattamente, sono io quello che si ricorda sempre tutto.[…] sono assolutamente sicuro che io dovevo essere il primo, che Katharina dovesse essere la seconda e Konrad l’ultimo, dopo un bel po’” (pag.9). Chi avrebbe mai immaginato che avrebbe preso così sul serio una conversazione di molti anni prima, su un prato, dopo il ventiseiesimo compleanno di Konrad! La reazione di Felix dunque è contattare il vecchio amico Konrad per partire alla volta di Amburgo dove risiede presumibilmente Katharina e rapirla. La decisone viene presa senza riflettere né tantomeno preoccuparsi della possibile reazione che lei potrebbe avere, perché rapirla gli appare come l’unica soluzione possibile per riunire il trio di anni prima: FelixKatharinaeKonrad.
La figura di Felix spicca per la tenacia con cui vuole, a tutti i costi, addirittura attraverso un rapimento, recuperare rapporti di amicizia ormai persi senza più un futuro in comune. Nel cammino della vita le persone si perdono di vista, si allontanano e a volte si ritrovano a volte no e quel “per sempre”, non detto ma creduto e che il tempo ha smentito, è la piena fiducia di Felix nei legami, è il motivo per cui ha messo in atto un piano così strampalato. Del resto chi aveva stabilito che le comunicazioni dovevano interrompersi? Certe amicizie non devono durare in eterno? Felix brilla per il coraggio e la determinazione. Poi c’è Konrad, un accademico, tiene seminari e fa il ricercatore, ma è ancora mantenuto dalla famiglia; è stato per un certo periodo compagno di Katharina, ma anche Felix lo è stato. “Konrad e Katharina stavano insieme da due anni, Katharina e io da un anno e mezzo. Konrad e Katharina vivevano insieme cinque giorni a settimana, Katharina e io uno. Il mercoledì ce l’aveva libero[…] alla fine un triangolo non è una costruzione tanto ardita” (pagg.25-26). E c’è Katharina, studentessa che non riesce a concludere un dottorato, che per aver avuto la gentilezza di invitare a nozze due vecchi amici si ritrova dapprima inseguita in un supermercato ed ostaggio di un bizzarro rapimento poi.
Gli amici si ritrovano nuovamente riuniti; l’autore ce li delinea attraverso vari flashback e con una scrittura dallo stile leggero e ironico. Si sorride leggendo A portata di mano come quando dopo alcuni anni i tre si rivedono davanti al supermercato dove avevano pedinato Katharina e lei impassibile esclama “Allora forse è meglio se vado a fare un altro po’ di spesa”(pag.77) e anche a rapimento avvenuto, quando la donna si accorge di non essere più a casa sua e sbadigliando, perché era stata sedata con dei barbiturici, chiede“Che giorno è oggi?”e “C’è un bagno qui?”(pag.153-154). Il piacere della lettura di questo romanzo sta nel fatto che questi personaggi un po’ naif si muovono senza sapere come andranno a finire le cose e il lettore, convinto che prima o poi si arriverà ad una conclusione, continua imperterrito a seguirne i percorsi, fisici e mentali, salendo anch’egli sulla giostra delle loro divertenti inconcludenze.
A portata di mano è un libro che stimola chi, persi di vista i vecchi amici, è alla ricerca di nuove occasioni di contatto, anche senza un perché, per chi vuole riallacciare relazioni che sembravano indistruttibili, come è successo al nostro protagonista. E proprio quando sembra che l’avventura stia per finire l’autore ci sorprende… come se la fine coincidesse con l’inizio.