
Autore: Vaughan Hal
Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Sperling & Kupfer editore
Genere: Biografia
Traduttore: Sara Chiappara
Pagine: 337
Prezzo: 10
“A letto con il nemico” è un saggio organizzato in dodici capitoli che ripercorre con precisione biografica la vita di Gabrielle Chanel concentrandosi sugli eventi che riguardano gli anni della Seconda guerra mondiale, periodo in cui è stato provato che Coco ha avuto frequenti contatti con i servizi segreti nazisti. Chanel, una delle più popolari icone di stile del XX secolo, maestra di eleganza capace di farsi strada nella Parigi modaiola di inizio ‘900, vantava una fitta rete di amicizie e relazioni con personalità di spicco della società europea del calibro di Churchill, e per questo poteva essere utile agli invasori tedeschi in cerca di collaborazionisti. Agganciata dall’affascinante barone Hans Günther von Dincklage, operativo da anni come agente F-7117 dell’Abwehr, Coco sembrerebbe aver preso parte ad alcune operazioni per conto delle SS e nel 1944, dopo la liberazione della Francia ad opera degli Alleati, fu arrestata con l’accusa di aver agito da “collaborazionista orizzontale” per aver allacciato una sospetta relazione con una spia tedesca. Si pensa che fu Churchill ad intercedere facendo leva sull’ambasciatore inglese Cooper per ottenere il rilascio di Chanel; nonostante numerose inchieste fossero rimaste aperte sollevando continuamente dubbi sui rapporti della donna con le SS, testimonianze e prove non furono mai abbastanza convincenti da portare a una condanna, e Coco la scampò.
Pettegolezzi o realtà? I primi biografi di Chanel non tralasciarono nei loro scritti gli aspetti controversi della vita della stilista francese, tanto che lei stessa intervenne di persona per modificare a suo piacimento i testi ed evitare che fosse pubblicato qualcosa in grado di alimentare scomodi sospetti. Ma, dopo molti anni, la verità sembra essere venuta a galla: con questa nuova, dettagliata biografia correlata da foto d’epoca e documentazioni provenienti da archivi europei e americani, Hal Vaughan dimostra che le voci sul collaborazionismo di Chanel non erano affatto infondate.
Attenzione però a non interpretare il libro come una condanna nei confronti di Chanel: l’intento del saggio è quello di dimostrare quanto le vicende internazionali si intrecciarono con la vita privata di Coco e come la condizionarono, senza esprimere giudizi relativi alle sue scelte. Nel presentare le motivazioni che avrebbero spinto Coco a decidere di aiutare i tedeschi l’autore evidenzia che le sue azioni, per quanto poco onorevoli, furono mosse da intenti che alcuni potrebbero considerare nobili. Secondo fonti ufficiali, infatti, la donna avrebbe accettato di passare dalla parte del nemico se i tedeschi si fossero impegnati a salvare il nipote André Palasse, internato in un campo di prigionia, e se avessero aiutato l’amica Vera Lombardi ad andarsene dall’Italia dopo essere stata accusata dai fascisti di essere una spia inglese. Precisi riferimenti e citazioni danno conto dell’accuratezza delle ricerche fatte a monte della stesura del libro e della verità degli episodi raccontati; Chanel fu dunque una traditrice perché agì contro l’interesse della sua nazione, ma lo fece per garantire la salvezza di persone a lei care. Che sia da condannare o meno, spetta ai lettori deciderlo.