
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Vittoria Vassallo
Pagine: 468
Prezzo: € 18,00
“Drammatico schianto dell’Airbus 5403 Istanbul-Parigi sui pendii di Mont Terrible, al confine franco-svizzero, nella notte fra il 22 e il 23 dicembre 1980. … L’unica miracolosamente sopravvissuta è una bambina di tre mesi, sbalzata fuori al momento della collisione, prima che la carlinga si incendiasse.” (p. 21)
Sono passati 18 anni da quella orribile notte. Siamo nel 1998 e l’investigatore privato Crédule Grand-Duc, ingaggiato per milioni di franchi dalla ricchissima e religiosissima Mathilde de Carville, è convinto di essere arrivato a un punto morto nella sua indagine sull’identità della neonata: nipote dei potenti parigini de Carville o dei piccolo borghesi Vitral di Dieppe? Un punto così morto che ha deciso di suicidarsi, ma all’ultimo momento vede qualcosa sull’edizione del 23 dicembre 1980 de L’Est-Républicaine, che aveva dato per primo la notizia dell’incidente. Qualcosa di così pazzesco che lo fa desistere dal suo proposito suicida. Qualcosa che i lettori, è bene dirlo, scopriranno solo alla fine.
Chi è infatti la bimba sopravvissuta? Lyse-Rose che viaggiava con i genitori de Carville da Istambul a Parigi per festeggiare il Natale con i nonni Leonce e Mathilde e la sorella maggiore di sei anni Malvina? O Emilie che tornava a casa con i genitori dopo un viaggio premio in Turchia? La battaglia legale è andata avanti per anni, se consideriamo che all’epoca non esisteva un test del DNA. Una battaglia fra Davide e Golia, combattuta a suon di avvocati e mezzi mediatici; tentativi di ricatto e pressioni dalle alte sfere – i potenti de Carville non avevano certo lesinato con le richieste alle loro altolocate conoscenze – sul giudice Le Drian incaricato del verdetto finale per l’affidamento. Bimbe troppo piccole per basarsi sulle somiglianze familiari e allora, come fare? Persino la piccola Malvina viene chiamata in causa come testimone, sbatacchiata per tribunali e avvocati, il suo carattere forte e solare distrutto per sempre. Alla fine, Le Drian, sentiti gli esperti, stabilisce che la piccola è Emilie Vitral, ma Mathilde de Carville non si rassegna e non si limita a ingaggiare il detective Grand-Duc. Fa molto di più come scopriranno i lettori. Emilie intanto cresce insieme al fratello Marc di due anni maggiore. Il loro è un rapporto intenso, stretto, forse troppo stretto. I nonni Vitral, Pierre e Nicole, lavorano come matti per mantenerli con il loro furgone-ristorante finché un giorno, dopo una fiera, mentre dormono nel retro del mezzo, una fuga di gas uccide Pierre e Nicole dovrà sopportare da sola il peso della famiglia. Tutto però cambierà all’improvviso nel 1998. Emilie, al compimento del suo diciottesimo compleanno, riceverà un dono avvelenato: il diario che Grand-Duc ha scritto e che riassume la sua storia. Sparirà dopo averlo consegnato a Marc. Toccherà a lui, tra mille difficoltà, pericoli e colpi di scena, scoprire chi è davvero la sopravvissuta di Mont Terrible.
Maestro d’inganni e rovesciamenti di fronte, neppure stavolta Bussi delude i suoi lettori trascinandoli in una storia che si muove a un ritmo vorticoso e che è davvero difficile smettere di leggere. Non manca, come in tutti i suoi libri, il cotè sociale, una lotta di classe fra i poveri e onesti Vitral e i ricchi e privi di scrupoli de Carville; le descrizioni accurate dei loro ambienti, case e vite; alcuni accenni alla situazione politica dell’epoca. Tutto estremamente ben calibrato, come scoppiettanti ed essenziali sono i dialoghi fra i personaggi. Ma sarà il finale a lasciarci letteralmente a bocca aperta. Imperdibile.