Autore: Sibyl von der Schulenburg
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Il prato
Genere: Giallo & Thriller
Pagine: 190
Prezzo: 10,00 €
“Le labbra si fermarono. Le mani restarono sospese in aria per qualche secondo poi tornarono nell’impasto a premere. Sulla bocca comparve una smorfia di dolore. La mano dell’ombra nera si contrasse sul serramento. Un mattarello passò avanti e indietro sulla pasta. Avanti e indietro. Le dita rigide staccarono i bordi della pasta e la tirarono verso l’alto aprendo diverse lacerazioni… “(p. 15)
Sofia, quando era poco più che una bambina, viene brutalmente picchiata ed umiliata dal padre solo per essere una femmina. Lui voleva un maschio e il solo vedere bambole o vestiti femminili scatenano in lui una bestia fuori controllo, spingendosi al punto di strapparle i capelli e darle un nuovo nome Alex. Da questo episodio Sofia sviluppa una sorta di mania, tendente alla schizofrenia, e replica nella vita reale sè stessa in altre due persone Laura ed Alex appunto. Proprio Alex, figura dominante, si innamora in modo “malato” di Valentina, bella e giovane cake-designer in provincia di Milano. Alex pensa in modo ossessivo a lei, vede nelle sue movenze una sorta di dialogo nei suoi confronti e lui (lei) cerca in tutti i modi di rispondere e farle capire i suoi sentimenti. Ma ovviamente Valentina è completamente all’oscuro di tutto ciò, lei all’inizio non si rende neanche conto di certi segnali, come vasi rotti o finestre sporche, che per Alex rappresentano l’amore e la vita per lei; con il tempo, non vedendosi mai ricambiato, i sentimenti di Alex si trasformano in veri atti di erotomania e stalking e il suo amore diventa prima ossessione e poi violenza. Nei momenti di lucidità Sofia si fa curare da uno psicologo, Zuccalà, e il dottore si innamora ben presto sia del suo caso e sia di lei, venendo risucchiato a sua volta in un quadro psicologico fuori dal comune.
Ti guardo è un breve romanzo dai tratti duri e taglienti. Si sviluppa nella quasi totalità in dialoghi secchi ed incalzanti, dando velocità alla scena e dunque alla lettura scorrevole. Personalmente ho apprezzato poco l’incipit di ogni capitolo, che richiama Milano ed i suoi quartieri come mera descrizione dei luoghi fisici (strade, cartelli, luci, ecc.), ma senza avere un vero nesso con il contenuto dei paragrafi successivi. Il tema trattato è di per sè forte e, se esasperato dal punto di vista psicologico, offre spunti di riflessioni talmente surreali da poter essere veri ed attuali.
“Io so che tu mi paghi per usare il mio corpo…come gli altri. Ma quello è solo il supporto, la struttura per un’opera d’arte. Tu diventi l’altare della purezza simbolica. Questa è un sacrario, il luogo d’incontro di due menti e due cuori“. (p. 82)