Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Giovanni Zucca
Pagine: 304
Prezzo: € 20,00
Sei racconti ironici, spiazzanti, intriganti, brillanti e dai finali inattesi, tutti, tranne il primo, ambientati nella Manhattan che l’autore ben conosce e abita. Tutti mirabilmente tradotti da Giovanni Zucca per la gioia degli appassionati di Towles che ha il pregio di non deludere mai per l’originalità delle sue trame.
Tutti ambientati a Manhattan tranne il primo, si diceva, ma per correttezza bisogna aggiungere che persino l’esilarante vicenda del contadino Puškin – poeta dell’anima – e di sua moglie Irina, proprio lì termina – per giunta nel 1929, anno del grande crack finanziario – dopo gli anni vissuti a Mosca a partire dal 1918. Qui, il tranquillo, incapace e per nulla intraprendente Puškin fa presto a farsi licenziare dal Biscottificio Collettivo Stella Rossa dove la sua indomabile moglie ha trovato, ed è riuscita a trovargli, un impiego. Ma nella sua inanità, nel suo assumere un ruolo da ‘donna di casa’ – visto che è a spasso, tocca a lui fare la spesa – scopre che mettersi in fila davanti a negozi e uffici, lungi dall’essere uno strazio di regime, può diventare una fonte di reddito, con tutto quel che ne consegue, persino sotto le ferree leggi del comunismo sovietico.
Altra storia si prospetta per il giovane Timothy Touchett arrivato a New York da Boston con il sogno di diventare un grande scrittore, ma senza alcuna voglia di mettersi all’opera. Eppure, bisogna pur vivere. Eccolo dunque accettare l’offerta del vecchio libraio Pennybrook: lavorerà nella sua libreria di libri di seconda mano e rari. In realtà, l’offerta di Pennybrook ha un secondo fine legato alla straordinaria bravura di Timothy nell’imitare le firme di celebri autori defunti, firme che rendono alcune vecchie edizioni di gran pregio. Tutto sembra andare per il meglio, finché…
Ecco, invece, Jerry – voce narrante – bloccato sotto Natale all’aeroporto La Guardia di New York per una bufera di neve, incontrare il gigantesco e simpaticissimo Smitty, un compagnone, uno che parla con tutti, che gli salva la serata prenotandogli una stanza nel suo stesso albergo, il Grand Hyatt – gli altri hotel sono ormai pieni -, che lo trascina al bar ed è l’anima della festa. Cosa c’è che non va in lui? Jerry lo scoprirà presto.
L’avvocatessa Nell deve soddisfare la richiesta di sua madre Peggy di pedinare il secondo marito per capire se anche lui, come il primo e padre di Nell, la tradisce. Ma quando finalmente lei accetta di farlo, Peggy ci ripensa: preferisce non sapere. Nell s’incaponisce, si traveste e parte per la caccia. Quello che scoprirà e quanto succederà in seguito lo lasciamo ai lettori.
Che dire del pedante, attento, legalitario Tommy – nonostante questo, amato e sopportato da sua moglie, voce narrante del racconto – quando si accorge che il suo vicino di posto ai concerti della Carnegie Hall li registra di nascosto, e lo denuncia? Ha ragione, certo, ma è sempre una buona idea seguire la legge?
E poi c’è l’ultimo, esemplare racconto che vede protagonista e voce narrante l’ex professionista, ormai in pensione – e che non se la passa troppo bene – di expertise di quadri di antiquariato per Sotheby’s, Percival Skinner alle prese con una possibile ricca percentuale legata alla vendita di un frammento di un’Annunciazione del pittore rinascimentale Di Domenico. Frammento di un quadro un tempo di proprietà della sua famiglia, un quadro ‘frazionato’ fra gli eredi. Come andrà a finire?
Senza dubbio la cifra narrativa di Towles è l’ironia, come si diceva all’inizio. Ad essa si aggiunge un sincero piacere d’incantare il lettore con storie ricche e articolate, con personaggi vivi e pulsanti, pieni di garbate sfaccettature psicologiche sia che parlino di se stessi, sia che raccontino di altri, con dialoghi accurati e appropriati. Leggendo i suoi racconti capita spesso di evocare il concetto di serendipitá, quella strana capacità di fare in modo inatteso e fortuito delle felici scoperte che talvolta, però, nel caso dei personaggi di Towles tanto felici non sono, ma di sicuro estremamente divertenti per noi lettori.


