Oggi anche noi de “Gli Amanti dei Libri” siamo tutti Charlie Hebdo. L’11 settembre per il mondo della cultura e dell’informazione è e sarà per sempre il 7 gennaio 2015. Il terrore e la barbarie del terrorismo di matrice islamica è arrivato anche in redazione; oggi, nel XXI secolo, nel cuore dell’Europa e in una delle capitali della cultura per eccellenza come Parigi, si può essere condannati a morte per una vignetta, per un’idea, per un pensiero espresso.
Al posto del direttore e dei giornalisti di Charlie Hebdo ieri mattina, a cadere sotto le raffiche dei mitra dei nazisti di oggi, potevamo essere anche noi, oppure ciascuna donna o uomo libero; impossibile cancellare dagli occhi e dalla mente l’uccisione per strada di un poliziotto, finito con un trattamento che non si utilizza nemmeno per le bestie.
Scene di violenza, di barbarie, che pensavamo di esserci lasciati alle spalle con la caduta dei regimi totalitari del secolo scorso; purtroppo non è cosi. Per la democrazia e la libertà bisogna ancora combattere.
I terroristi hanno ucciso dodici persone, essere umani con una storia, una famiglia e dei progetti per il loro futuro, professionale e personale, esattamente come ciascuno di noi.
Queste dodici vite non ci sono più; la libertà di stampa e di pensiero, beni supremi della nostra civiltà sono stati feriti. Sta a noi, con il nostro atteggiamento, non farli morire.