Titolo: Rosa Malcontenta
Editore: Sei
Genere: romanzo
Numero di pagine: 116
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: € 8
La semplicità è la caratteristica prima di questo breve romanzo d’esordio dell’autore televisivo Aldo Dalla Vecchia: la semplicità della scrittura ma soprattutto la semplicità dei personaggi, tratteggiati a larghe pennellate attraverso la quotidianità fatta di abitudini, parole e silenzi, affetti e dolori che accomunano tutti. Proprio la densità di vita racchiusa in Rosa Malcontenta permette al lettore di sentirsi un osservatore vicino ai fatti.
Rosa racconta la sua vita a cominciare dal matrimonio con Martino avvenuto l’8 luglio 1967. Malcontenta è l’appellativo che bonariamente le ha dato Martino riprendendo il nome della villa palladiana in provincia di Venezia a cui i genitori della moglie facevano da custodi. Attraverso piccoli flashback Rosa rievoca il fidanzamento, le visite alla zia, alcune gite e poi, con il passare degli anni, porta alla luce altri tasselli come il rapporto con i genitori. Un racconto che contiene tutte le stagioni di una donna: la giovinezza, l’innamoramento, il matrimonio e e poi la crescita dei figli. Tuttavia, nonostante l’amore del marito e le piccole cose, la vita di Rosa non si può definire serena perché deve far i conti con la precoce morte di Martino durante un’escursione sulle Dolomiti e con quella del figlio più grande che si è tolto la vita perché non compreso dalla piccola società. “Adri, a mezzogiorno, non era ancora sveglio. L’ho chiamato per pranzo ma non rispondeva. Sono tornata diverse volte, ma aveva la porta chiusa a chiave. Aveva sempre detto che, se gli succedeva qualcosa, non voleva il funerale” (pag. 104). Arricchiscono la storia i rapporti con le sorelle e il fratello di Martino, con i dipendenti della ditta di famiglia che è lei a guidare dopo la morte di Martino, con il parroco e le insegnanti del paese e con due uomini a cui Rosa ha tentato di legarsi sentimentalmente, forse più per affermare la propria esistenza di donna che non per soddisfare esigenze affettive.
Questa storia, scritta nel corso di tre estati (dal 1995 al 1997), prima di essere pubblicata dalla Sei, ha vissuto a lungo su un sito creato dall’autore che la postava a puntate raccogliendo commenti di naviganti del web, amici e colleghi. Probabilmente, proprio per rispettare la genesi divulgativa dell’opera e valorizzare lo stile di Dalla Vecchia, la casa editrice ha scelto una struttura agile, in cui ogni pagina sembra un breve capitolo. Un linguaggio asciutto, essenziale e concreto, scandito da frasi brevi e senza discorso diretto, fa’ del libro una lettura piacevole e incisiva.