Autore: James Lee Burke
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Jimenez Edizioni
Genere: Narrativa
Traduttore: Gianluca Testani
Pagine: 464
Prezzo: Euro 22,00
“Amo la pioggia, che sia quella tropicale o quella che ti cade in testa nel pieno dell’inverno. Per me la pioggia è l’assoluzione del mondo naturale, come la storia del Diluvio, del nuovo inizio e del caricamento degli animali a due a due sull’Arca. Amo la rugiada sospesa tra gli alberi, un velo di spettri che non si lasciano gravare le tombe da pietre pesanti, le gocce che ticchettano sulle ninfee, i pesci che salgono in superficie come per festeggiare.”
Robicheaux è il cognome del commissario, protagonista di molti dei romanzi scritti da James Lee Burke, autore americano di grandissimo talento, e pluripremiato.
La mole di questo volume, la densità delle parole, i colori infuocati della copertina che ti trattengono quasi dal prenderla in mano, mi hanno immediatamente affascinato, e poi le fiamme ideali che io mi ero acceso nella mia mente, mi hanno avvolto e cullato per lungo tempo, lasciando uscire solo ora un commento, una riflessione, una condivisione di quanto ha dato a me questa lettura, prima cosa fra tutte, approfondire ulteriormente il suo autore. James Lee Burke ha vinto due volte il premio per il miglior mistery dell’anno, l’Edgard Award, ma io credo che queste oltre 400 pagine non siano quello che sono, non diano quello che danno grazie solo alla loro componente mistery. Nello svilupparsi di una trama a tratti intricatissima, dove tutti sono contro tutti, perché ognuno dubita e ha paura dell’altro, l’elemento scatenante, la scintilla che accende i falò, è data dalle situazioni create dall’autore che coinvolgono apparentemente a caso ma in realtà con un piano ben orchestrato, tutti i personaggi.
Questo non è un romanzo corale, questa è una vera orchestra che comprende anche il più raro strumento, perché ognuno nel suo piccolo e complicato modo di vivere, è determinante per l’esito di questa vicenda, che si svolge in Louisiana meridionale.
Leggere Robicheaux, pubblicato da Jimenez Edizioni, con la traduzione di Gianluca Testani, è come aprire le bustine delle figurine dei calciatori, e cercare di completare la formazione di una squadra in tutti i suoi ruoli indispensabili.
Dave e Clete sono le colonne portanti affinché la struttura del romanzo stia in piedi, tanto che più volte durante la lettura, il primo, poliziotto, e il secondo, detective privato, paiono più colpevoli dei veri malavitosi, o dei politici corrotti, o degli imprenditori di dubbia o meglio, di chiara (im)moralità. Da loro, e dalle loro torbide e strane storie personali si irradiano legami e rapporti dubbi che favoriscono il rinfocolare vecchie braci apparentemente sopite, la principale delle quali è l’esperienza della guerra in Vietnam.
Fat Tony Nemo e Jimmy Nightingale sono i cattivi, il primo palesemente, il secondo è un politico per convenienza, in mezzo a loro Levon Broussard e la moglie Rowena paiono un po’ le banderuole al vento della situazione.
C’è anche il personaggio più cattivo di tutti, quello che però attrae forse più di tutti gli altri, quello che fa, e si fa, giustizia con i propri metodi e senza coinvolgere le autorità, dando sostanzialmente il via a questa lunga storia con omicidi apparentemente non collegati e che perpetra in luoghi diversi senza appunto un senso logico. Il richiamo a IT del Re Stephen King è immediato. Ma inizialmente poliziotti e detective si fanno ingannare e riesumano vecchie indagini, vecchi delitti irrisolti pensando che tutto sia collegato. Un po’ è così, come ho detto all’inizio, ma con il progredire della storia la nebbia si dirada e porta a chiarirsi di più le idee.
Chi è il buono e chi il cattivo?
Fino a dove arrivare, e soprattutto come fare per avere e concedere giustizia?
Queste sono le domande che “Robicheaux” contiene e rilancia continuamente, e che continui a farti dopo aver concluso la lettura. Mentre scrivo queste parole penso che rispondere alla prima sia un pochino più facile, ma immediatamente dopo averlo pensato mi faccio un’altra domanda, pensando all’assassino misterioso: “Sei proprio sicuro, Claudio?” E allora provo a rispondere alla seconda, ma:
“Guardai l’assortimento di appunti, cartelle e fotografie sulla mia scrivania. Avevo dei casi che erano aperti da quindici anni, la maggior parte dei quali non sarebbe stata risolta. Conoscevo detenuti innocenti per i reati per i quali erano dentro, ma colpevoli di altri reati ben più gravi, compresi omicidi. Conoscevo decine di politici che tradivano quotidianamente il loro elettorato e venivano lodati per questo. Ogni poliziotto ha la sua ulcera personale per un particolare molestatore di bambini che la fa franca, una vittima di violenza sessuale che è stata completamente abbandonata da un giudice misogino, un mafioso che fa tanto il padre di famiglia ma poi estorce e rovina piccoli imprenditori, o un poliziotto razzista che con il suo comportamento fa salire i cecchini sui tetti.”
Altro aspetto che ritengo molto interessante in questo romanzo, riguarda il modo di narrare dell’autore. La storia non è complicata, ci sono molti intrecci sì, talvolta ci si ritrova incerti ad un bivio, persi quasi, in un labirinto, ma il modo appunto con cui l’autore fa parlare i propri personaggi principali, Dave Robicheaux su tutti, ti tiene ancorato al filo rosso della narrazione. Si narrano gli eventi, ma si narra di sé, si narra e si riflette sulla propria storia personale:
“Tu non hai ucciso quel tizio, Dave. – Come fai a essere sicura? – Perché ti conosco. La tua guerra è sempre stata contro te stesso non contro gli altri.”
Infine, vorrei citare altri due personaggi apparentemente minori, che sono presenza costante nella vita di Dave Robicheuax, e in un modo molto particolare spesso lo riportano con i piedi per terra, placano il continuo vorticare dei pensieri nella sua testa, che non smette mai di “lavorare” fino alle ultime due righe del romanzo: sono Snuggs e Mon Tee Coon. Mi piacerebbe molto incontrali.
Buona lettura amici, Claudio Della Pietà.
“A volte è difficile spiegare ai forestieri la cultura della Louisiana meridionale e il disagio di molti suoi abitanti. Il mondo in cui sono cresciuti è ormai un ricordo in decadenza, ma molti di loro non trovano posto nel presente. Conosco dei cajun che non sono mai stati lontani più di due parrocchie dal loro luogo di nascita. Qui ci sono persone che non sanno fare le addizioni e le sottrazioni, non sanno leggere il giornale, non sanno cosa significhi “11 settembre”. Oltre il 40 per cento dei bambini sono nati da ragazze madri. In termini di malattie cardiache e renali, mortalità infantile, incidenti stradali mortali e acqua potabile contaminata, siamo tra i peggiori della nazione. I nostri politici sono imbarazzanti e rovinano la reputazione all’avarizia e alla mendacità.”
ROBICHEAUX
James Lee Burke
Jimenez Edizioni
Traduzione di Gianluca Testani
Pag. 464
Euro 22,00
ISBN 978-88-3203-663-3