Alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (Cuneo) si apre un nuovo importante appuntamento con la fotografia. Dopo il confronto tra Franco Fontana e Arno Minkkinen, è la volta di due tra i più grandi protagonisti del Fotogiornalismo italiano: Mario Dondero (Milano, 1928), reporter militante, e Pepi Merisio (Caravaggio – Bg, 1931), fotografo antropologo.
La mostra, che ha come titolo “Pepi Merisio/Mario Dondero. Diario Fotografico” inaugura sabato 22 settembre alle ore 18 e prosegue fino a domenica 28 ottobre. E’ costituita da una sessantina di scatti in bianco e nero e pone a confronto due grandi personalità del mondo dell’immagine e della fotografia di testimonianza, due figure che pur nella loro diversità di percorso, rappresentano la forza che uno scatto ha in sé di raccontare una storia al di là della parola.
Pepi Merisio iniziò come amatore nel Circolo Fotografico Milanese e poi nel 1956 avviò la collaborazione con il Touring Club Italiano e con importanti riviste (dalle raffinate svizzere Camera e Du a quelle legate al Fotogiornalismo nazionale come Famiglia Cristiana e internazionale come Stern e Paris Match, fino alla chiamata di Epoca nel 1963). Il microcosmo di Merisio è la cultura contadina e la tradizione popolare della nostra terra che costituiscono il corpus fotografico dei 28 volumi della collana Italia della nostra gente e gli 11 sulle Regioni Italiane, ma anche tutte le indagini che si soffermano su luoghi, mestieri e ambienti che Merisio documenta non solo con l’occhio attento del fotogiornalista, ma anche con quello dell’antropologo che teme la scomparsa di quanto rimane della civiltà contadina.
Mario Dondero invece scopre la fotografia come prezioso e necessario supporto alla sua pratica di giornalista di nera a Milano Sera (anni Cinquanta), per poi iniziare a vendere fotografia al settimanale Le Ore e abbandonare la scrittura per collaborare alle più importanti testate, tra cui Il Manifesto, L’Unità, L’Avanti, Illustrazione Italiana, Newsweek e molte altre; militante partigiano nella Brigata Cesare Battisti della Val d’Ossola, da sempre si batte contro gli oppressori, gli sfruttatori, i criminali e documenta le lotte di quegli anni: dal maggio francese alla Grecia dei Colonnelli, alla guerre di liberazione in Africa, alla Berlino pre e post caduta del Muro e poi ancora Russia, Spagna, Portogallo, Cuba nell’attenta osservazione della fotografia militante.
<<In questo percorso espositivo – dice Daniela Tronfio, curatrice della mostra – non ci interessa tanto ragionare sulle icone che rendono celebri, con il rischio di penalizzare una vita dedicata alla fotografia. Qui vogliamo esaltare le personalità di due grandi che hanno utilizzato uno strumento visivo per scrivere indimenticabili pagine di storia non solo della fotografia.
Per godere appieno della mostra bisogna farsi osservatori attenti dei dettagli contenuti nei reportage di Merisio, come degli sguardi complici dei ritratti di Dondero, e considerare come la lentezza, caratteristica imprescindibile che entrambi hanno nel loro Dna, sia la sola in grado di trasformare un singolo scatto in un’immagine oltre l’istante, consegnata a noi contemporanei per riflettere sul futuro. La loro slow photography è un’attitudine mentale, un modo di essere nella fotografia come nella vita>>
Pepi Merisio / Mario Dondero – Diario Fotografico Mostra a cura di Daniela Trunfio
22 settembre – 28 ottobre 2012 Fondazione Bottari Lattes (Via Marconi 16 – Monforte d’Alba – Cn) Inaugurazione sabato 22 settembre ore 18 Orari: da lunedì a venerdì 14.30 – 17 / sabato e domenica 14.30 – 18.30. Info: www.fondazionebottarilattes.it, 0173.789282