
Autore: Fabio Cassanelli
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Giraldi Editore
Genere: giallo psicologico
Pagine: 238
Prezzo: 12.50€
Se stai leggendo questa lettera è perché mi sono ammazzato e potrebbe essere colpa tua. Inizia così il romanzo di Fabio Cassanelli, scrittore bolognese, di ventidue anni, alla sua prima esperienza letteraria, ma che preferisce presentarsi come un appassionato lettore. Proprio quest’ultima frase ha colpito la mia attenzione, dato che, in Italia si scrive ma non si legge. Una triste constatazione, confermata dalle statistiche e dalla pessima qualità di molte opere che vengono pubblicate, soprattutto da blasonate case editrici.
Per fortuna non è il caso dell’opera di Cassanelli che, invece, sprizza originalità da ogni pagina. Partiamo quindi dalle influenze che ho colto leggendo Non è colpa mia. Lo scrittore bolognese crea un giallo psicologico di grande impatto, visto che, mette uno di fronte all’altro cinque presunti colpevoli, li chiude in una stanza e ne scruta i pensieri. Tra ciò che ammettono e ciò che non dicono, ognuno di loro mostra al lettore i lati nascosti, ossia, quelli più veri, nonché i tentativi escogitati per apparire innocente agli occhi degli altri.
Insomma, in questo romanzo Agata Christie convive allegramente con Friedrich Dürrenmatt. Un connubio letterario perfetto, in cui l’animo umano viene osservato da ogni punto di vista. Cinque le persone che riceveranno la lettera del ragazzo suicida; tra loro, una sola è colpevole… a patto che sia davvero un colpevole. Un dubbio che è giusto insinuare nel lettore, perché, come ho scritto poc’anzi, nel romanzo si sente l’influenza di Dürrenmatt, in cui la logica del poliziesco, nel quale perfino il fato sembra essere schierato dalla parte della giustizia, tanto da aiutare l’investigatore con ogni mezzo, viene sconquassata dalla casualità che governa la quotidianità.
Fin dalle prime battute, Cassanelli ci fa capire che la ricerca del colpevole è inutile. Più che altro, lo scrittore invita il lettore, che assume i panni dell’investigatore, a concentrarsi su come ognuno proverà a discolparsi. Proprio questo gioco sottile renderà tutti, nello stesso momento, colpevoli, innocenti e indifferenti.
… e se il colpevole fosse proprio il ragazzo suicida?
Buona lettura.