Data di pubbl.: 2025
Pagine: 77
Prezzo: €13,00
Paolo Zagari è uno scrittore che sa dare alla realtà un taglio immanente. Nei suoi romanzi egli è capace di raccontare, non sottraendosi all’ironia, il lato oscuro degli esseri umani compromessi con l’ordine caotico dell’esistenza.
Adesso il romanziere e critico cinematografico romano pubblica il suo primo libro di poesie.
Esce da Ensemble Lupi a motore. Zagari sceglie la poesia racconto per mettere nero su bianco la commedia umana di cui tutti facciamo parte.
La sua è una poesia che tiene conto di quello che accade. In ogni verso Zagari fa i conti con il suo mondo: ci sono i volti e non le maschere, ma soprattutto leggendolo ci troveremo coinvolti in contesti reali e allo stesso tempo assurdi descritti e allo stesso tempi inventati con un’ironia fulminante che rievoca lo schianto della e nella realtà
Nella prima sezione intitolata Ritratti Zagari ci regala una serie di cartoline dall’inferno quotidiano in cui troviamo alcuni personaggi che cercano di sopravvivere a sé stessi: la segretaria, il capo, il giornalista tv, il consulente. A loro il poeta dedica quattro ritratti con una lingua diretta, spietata e ironica. Queste quattro categorie professionali rappresentano con le loro contraddizioni il mondo che va alla deriva.
Lupi a motore nel suo complesso è un libro postmoderno ed è proprio la demenzialità del postmoderno con le sue nevrosi e le sue utopie che Zagari racconta con un umorismo cinico e disincantato, che sembra proprio quello del suo amato Woody Allen.
Il poeta gioca con le parole per uccidere il tempo perché in questo mondo di cartapesta non c’è più nulla da dimostrare.
Non ci salverà più niente, nemmeno le vecchie zie per citare Longanesi, ed il meglio è già alle spalle, come scriveva Ennio Flaiano.
Lupi a motore è un viaggio senza appello nel disincanto del reale, una discesa negli abissi di una necropoli in cui noi tutti siamo anime morte.
«Il corso del mondo / ha un gusto un po’ sciapo /dove sono le bombe? / Dove sono le fate? / Nessuno mi ascolta / ognuno è impegnato / a spendere ore. / Sono un uomo distratto / mi porta un vassoio di cibo per gatto. / Torno a casa leggero / privo di affanni / con un nuovo pensiero / perché soffrire/ in un mondo non vero?».
Il poeta scrive dal buco nero della speranza e si vede come un uomo stanco che non riesce a pensare e vuole solo dormire senza sognare.
«L’angoscia fatale è prevista / nella curva statistica» e Paolo Zagari con Lupi a motore con tutti i paradossi di un’ironia tagliente ci porta in giro in questo nostro mondo non vero dove ogni giorno tocchiamo «il buio abbagliante / di una notte infinita / svanita».

