
Autore: Edoardo Zambelli
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Laurana Editore
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 215
Prezzo: Euro 15
“Questo ero venuto a fare. Colmare il senso di colpa poteva creare un ponte fra la mia vita presente e la mia giovinezza.
Ma ora mi ero spinto troppo oltre. Avevo varcato la linea dalla parte sbagliata.” (p.112)
Non è la prima volta che mi capita di leggere due libri, uno di seguito all’altro, che presentano una similitudine di fondo, un messaggio, un nesso, qualcosa che li accomuna, pur avendo origini diverse, pur avendo naturalmente autori diversi, addirittura un esordiente da un lato è un autore già affermato dall’altro.
“L’antagonista”, libro di cui racconto in questo pezzo, è il primo romanzo di Edoardo Zambelli, pubblicato da Laurana Editore, e promette molto. Lette le prime pagine mi si è subito accesa una lampadina, più luminosa di quella che mi stava aiutando a leggere, e si è presentato alla mia mente un libro fantastico letto da non molto: “I capelli di Harold Roux” di Thomas Wiliiams. Se non lo avete letto, subito dopo “L’antagonista”, provvedete. Vi piacerà. A mio parere vi sono molte analogie tra i due lavori, due in particolare. Prima di tutto emerge un sistema a matrioska, con storie nelle storie, e accanto a questo aspetto la presenza di scrittori che parlano di sé, e si descrivono, mentre scrivono, scrittori che amano narrare nella storia l’origine della storia stessa e farci stare con loro mentre la storia nasce e cresce.
Il tema è spesso dibattuto, ci sono coloro a cui piacciono i libri che raccontano storie di scrittori, e altri che invece con lì gradiscono. Io credo più semplicemente che bisogna scriverli bene, e poi il lettore sceglierà e si divertirà con ciò che più lo aggrada.
Edoardo Zambelli ha concepito un buon romanzo, che io mi sono bevuto d’un fiato. La trama si sviluppa secondo step ben scanditi, che aggiungono di volta in volta un pezzo nuovo ad un puzzle, svelandone gradualmente il quadro complessivo. Pian piano, ma neanche troppo, l’autore compone una foto di gruppo, dove incontriamo uno dopo l’altro i numerosi personaggi. Ognuno di loro gioca un ruolo essenziale, e toglie per certi aspetti un po’ di luce al protagonista. Ma, guarda caso, il protagonista è senza nome.
Un protagonista senza nome, e soprattutto un romanzo “quasi” giallo senza assassino. Ci sono un sacco di cose che incuriosiscono e invitano a tuffarsi nella lettura del libro di Edoardo Zambelli.
Io non perderei tempo e andrei a scoprire cosa c’entra in tutto questo l’antagonista. Nel frattempo preparerò alcune righe sul romanzo letto subito dopo, che va a braccetto con questo. Tenetevi pronti.
Buona lettura, e complimenti all’autore, e all’editore che ha creduto in lui.
“…tutti in questa storia sembravano esibire una sofferenza autentica” (p. 189)