Il corpo grande – Francesca Mazzucato

Titolo: Il corpo grande
Autore: Francesca Mazzucato
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Giraldi Editore
Genere: letteratura contemporanea
Pagine: 220
Prezzo: 11,00 €

Grasso è bello, ma non ditelo a noi contemporanei che amiamo le figure longilinee e i pensieri poco ingombranti. Per questi motivi, il libro di Francesca Mazzucato rischia di aizzare l’ira delle nostre anoressiche convinzioni, sempre pronte a puntare il dito contro chi prova a mostrare loro altre forme.

Devo fare subito una precisazione, attraverso quest’opera, l’autrice bolognese non elogia l’obesità, ma la bellezza.

La bellezza è un parametro di giudizio soggettivo, renderlo oggettivo e segregarlo entro certi limiti, ha reso la nostra società intollerante verso chi ha qualche chilo di troppo. Soprattutto la donna è ormai schiava dei giudizi sul suo corpo. Il responso della bilancia viene atteso con ansia. La Mazzucato si rivolge soprattutto al mondo femminile. Racconta la storia di una ragazza che vive male il rapporto con la sua grassezza, colpa di una società che bada solo all’apparenza. Eppure, la giovane protagonista non si spezza sotto il peso delle mortificazioni, ma combatte, inventa un blog e aspira a diventare una modella curvy.

La Mazzucato prende spunto da una storia vera e dà voce a quella piccola rivoluzione iniziata alla fine degli anni ’60, attraverso cui l’obesità è stata difesa. Ma ancora una volta è giusto ribadire che l’intento dell’autrice è quello di difendere il diritto di ogni persona a non essere offeso per le proprie forme. Ogni giorno sentiamo di storie di bullismo e di emarginazione nei confronti di chi ha un corpo fuori dai canoni imposti dalla società, e anche se inorridiamo di fronte a queste dimostrazioni di intolleranza, gli attacchi verso chi è fuori forma abbondano e sono entrati nel nostro linguaggio quotidiano.

Certamente, l’autrice bolognese si rivolge a tutti. Chi ha un corpo grande imparerà a trarre il meglio da esso; chi invece fa dello scherno la sua arma vincente, avrà modo di valutare il fenomeno da un altro punto di vista. Infatti, il libro della Mazzucato non è solo un romanzo, ma studia il fenomeno dal punto di vista sociologico e psicologico. Per fare questo, viene utilizzata una scrittura intima, priva di tabù. La protagonista si osserva e si racconta, non fa del suo disagio un luogo in cui rinchiudersi, ma lo usa come avamposto dal quale combattere con tenacia ogni pregiudizio. La storia che ci viene presentata è a tratti commovente e ci fa toccare con mano il dolore di chi ha solo la colpa di avere un corpo fuori misura. Ma secondo voi questa è una colpa?

Logicamente, non vi svelerò il finale. Posso solo aggiungere che siamo in presenza di un libro particolare, da leggere e da divulgare il più possibile, perché tratta un tema di stretta attualità, sintomo della nostra degenerazione culturale.

Non sembra anche a voi ambiguo il fatto che nell’epoca dell’opulenza e del benessere, tutto debba rientrare in forme longilinee e poco ingombranti?

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Martino Ciano

Classe 1982, vive a Tortora, comune della provincia di Cosenza. Promesso ragioniere, lascia la partita doppia per la letteratura, la poesia, la musica e il giornalismo. Si laurea in Scienze Storiche all’Università La Sapienza di Roma. Attualmente è corrispondente per l’emettente televisiva Rete 3 Digiesse. Nel 2011, l’incontro con Gli amanti dei libri, per cui cura la rubrica Amabili letture. Collabora anche con le riviste letterarie Euterpe, Satisfiction e Zona di Disagio di Nicola Vacca. Ama scrivere racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati su siti e riviste on-line. Tra questi, La logica del difetto è nel catalogo dalla Bla - Bookmark Literary Agency di Paolo Melissi. La sua pagina personale facebook è Dispersioni 82. AMABILI LETTURE: I libri che mi piacciono, i classici che mi hanno formato, il profumo delle parole che mi hanno riempito l’anima. Sono un lettore anarchico, che si sposta da un genere all’altro con il solo obiettivo di saziare le mie curiosità. Voglio condividere con voi le mie impressioni sulle opere che mi hanno reso un divoratore di parole. In questo spazio verrà data voce agli esordienti, agli autori dimenticati, ai poeti, ai sognatori, agli irregolari. La letteratura è arte e scrivere d’arte è il mestiere più bello del mondo.

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