La via delle comete – Marina Cvetaeva

Titolo: La via delle comete
Data di pubbl.: 2023
Traduttore: Paolo Galvagni
Pagine: 251
Prezzo: € 14,00

Marina Ivanovna Cvetaeva è uno dei nomi più importanti della poesia russa. La sua opera non sfigura accanto a quella di Pasternak e Majakovskij.

Nel 1922 lasciò la Russia per avversione al nuovo regime e lei soffrì sempre per il distacco dalla patria.

Nel 1939 torna in Russia desiderosa di far parte della vita letteraria del suo paese. Ma qui la sua vita non fu facile: il marito e la figlia furono vittime dello stalinismo. Marina rimase sola e avvertiva su di sé il peso drammatico dell’indifferenza del suo ambiente.

Nella disperazione più totale a Elabuga, il 31 agosto 1941, si toglie la vita.

Marina Cvetaeva ha la poesia nel sangue e la sua scrittura con avidità ha sempre guardato alla bellezza e alla perfezione: « I versi  crescono, come le stelle e come le rose, /  come la bellezza – inutile in famiglia. / E, alle corone e alle apoteosi – / una sola risposta: «Di dove questo mi viene?». Così scrive in una poesia datata 14 agosto 1918. In questi versi troviamo la vocazione di un poeta che ha scelto la strada dell’incendio delle parole.

La Cvetaeva sente innata alla sua personalità inquieta l’inclinazione dell’essere poeta.

La poesia per Marina rappresenta un’ancora di salvezza, una forma di sopravvivenza per la propria voce dilaniata dal dramma storico e esistenziale.

La poesia è il mestiere della sua vita. Senza i versi la poetessa e la donna smetterebbero di vivere e di lottare.

Marina Cvetaeva che corre sempre sul filo della sua esistenza, affidandosi sempre alla poesia e alle sue intuizioni senza le quali ogni cosa non avrebbe vita e non avrebbe senso.

E così Marina esercitando il suo Mestiere di poeta non ha mai smesso di arrendersi alle prove della sua tragica esistenza.

Il suo grande amore per la poesia l’ha portata fino a noi nella sua dimensione più assoluta di una delle voci più grandi della letteratura russa del Novecento.

Una voce che non rinuncia alla chiarezza del discorso e alla trasparenza del linguaggio.

Da InternoPoesia esce La via delle comete, un’ampia antologia della sua opera in una nuova traduzione di Paolo Galvagni.

Una bella occasione per confrontarsi ancora una volta con la sua poetica originale con il ritmo profondo del suo modo di fare poesia caparbia, incostante e terribilmente viva che proviene sempre da esistenziali stati d’animo.

Galvagni nella prefazione scrive che la lingua poetica di Cvetaeva, quasi fosse la lingua di una confessione, è caratterizzata da tratti ben definiti; la tensione emotiva, l’energia della percezione, la concisione del pensiero, l’impetuosità.

La sua poesia è sempre un incendio travolgente che alimenta passioni.

La sua vita condannata alla poesia e all’infelicità aveva senso e acquistava significato soltanto quando era trasfigurata e diventava arte.

Siamo perfettamente d’accordo con il traduttore di questo libro, quando sostiene che in Marina Cvetaeva la poesia non viene vista semplicemente come una missione o una forma di espressione, ma come l’unica realtà in cui poter esistere, l’unico mondo libero in cui tutte le contraddizioni umane si risolvono.

Per Marina la via delle comete è la via dei poeti e lei non è solo la più grande poetessa russa del secolo scorso ma è anche una delle voci poetiche più alte del Novecento, perché la poesia ce l’ha nel sangue come una ragione di vita, un atto di resistenza per attraversare l’inferno.

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