La signora che amava le toilette pulite – Patrick Donleavy

Titolo: La signora che amava le toilette pulite
Autore: Donleavy Patrick
Casa Editrice: Endemunde edizioni
Genere: Romanzo
Pagine: 128
Prezzo: 11.90 €

Per raccontare La signora che amava le toilette pulite, un libro piccolo e ironico, cattivo e delizioso allo stesso tempo, non parlerò della storia di Jocelyne Gueneviere (Joy) ma degli uomini che incontra, perché tutti – al netto di ogni rivendicazione femminista – sono dei gran farabutti.
Joy proviene da una ricca famiglia americana sudista e sporca il nobile sangue unendosi in matrimonio con un uomo piccolo e parvenu, che la lascia sola – a quarantaquattro anni – per quella che è semplicemente definita “carne giovane e fresca”. Farabutto n.1.
Poi c’è il consulente che le consiglia di investire male (malissimo) il patrimonio che ha ricavato dalla vendita dell’amata villa; insieme a lui, l’avvocato dalla parcella esorbitante dà un colpo di grazia al suo conto in banca solo per spiegarle che non può intentare causa al consulente lestofante e incompetente. Farabutto n.3 e n.4.

Non manca il marito dell’amica che arriva ubriaco nel triste appartamento, dove Joy vive, a rivendicare una sessione di sesso (perché ci sono cose che Joy sa fare davvero bene, credetemi) e scappa via a braghe calate quando “una signora come lei” prima pretende una parcella (500 bigliettoni) poi sfodera la pistola. Farabutto n. 5 (ma punito).
C’è anche il farabutto n.6 il signor Mac-Qualcosasky, che non è stato un esempio di virtù in vita e cerca nella morte un’assoluzione.
Joy è esilarante, strepitosa, una donna sull’orlo di una crisi di nervi e la sua storia racconta, in poche pagine, il passaggio dei 40 che per molte non è facile: momenti di stanchezza nel matrimonio, lontananza – fisica e spirituale – dai figli, problemi con il lavoro.

Così Jocelyne Gueneviere si rivela non solo l’emblema di una vecchia società in declino ma incarna, simbolicamente, un limbo (legato all’età) in cui tutte le donne (chi più chi meno) si trovano a passare. Non sappiamo come finirà, ma per tutto il tempo non si smette di stare dalla sua parte. Soprattutto nella lotta ai farabutti.

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Vivo a Milano, dove mi occupo di comunicazione e nel poco tempo che mi rimane, tra lavoro e lettura (lettura, lettura), scrivo racconti (quelli per sole donne).

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