
Autore: Allan Stratton
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Mondadori
Traduttore: Anna Carbone
Pagine: 264
Prezzo: 17,00
Credo che questa sia la prima volta che, da adulto, abbia preso fra le mani un libro per ragazzi. In genere non amo le classificazioni perchè credo che un buon autore possa parlare a tutte le età e comunicare messaggi validi per tutti. Una buona storia è quella che, attraverso la finzione, veicoli tematiche che possano far riflettere più persone. In questo libro l’autore sviluppa, in maniera semplice e profonda, il tema dello stalking e della violenza domestica.
Il protagonista della storia è Cameron, un ragazzino che non vive un’adolescenza come i suoi coetanei fatta di amicizie e spensieratezza. La sua vita è una fuga continua insieme a sua madre. Madre e figlio sono sempre in viaggio poiché temono l’ombra del padre violento che li bracca come un animale di città in città.
La solitudine è la condizione che prova il ragazzino nella grande fattoria in cui vive con la madre. Questo sentimento unito alla paura porteranno Cameron ad esplorare ogni anfratto di questa grande casa e scoprire come tanti anni fa, in quella cittadina, un ragazzino come lui subi una tragica fine. Questa scoperta farà nascere una nuovo storia o meglio dire, come va di moda oggi, un cold case in cui il ragazzino incomincerà ad indagare su Jacky morto tanti orsono nella casa in cui oggi Cameron vive.
Cameron non avrà quasi amici nella scuola e forse l’unico contatto sarà il suo amico immaginario Jacky che visse prima di lui in quella casa. La fantasia del ragazzino è un tema centrale del libro. Cameron spesso teme quello che vede dal fantasma di Jacky con il suo tipico berretto da Davy Crockett ad una famelica orda di cani. Il ragazzino sarà sempre solo ed indifeso. La caratteristica principale di Cameron è il coraggio di chi, sebbene abbia paura, affronta la vita ed i suoi ostacoli.
Nella sua indagine personale nessuno sarà dalla sua parte nemmeno la madre che teme che il figlio possa vivere sempre e solo in un mondo creato dalla sua fantasia di adolescente. Infine, nel paese in cui vive la gente cerca solo di dimenticare le ferite del passato e quindi le ricerche del piccolo Cameron saranno sempre osteggiate ed ostacolate.
L’autore sviluppa il tema della violenza domestica mostrandoci tutte le conseguenze che madre e figlio subiscono da cinque anni. Il lettore percepisce l’ansia, la solitudine, la mancanza di fiducia verso chi vive attorno a noi e la precarietà di una vita sempre a rischio. Cameron non può avere amici, nè comunicare con l’esterno con i social forum come i suoi coetanei perchè potrebbe lasciare tracce utili al padre per ritrovarli. Inoltre la paura è descritta come un ombra che avvolge tutto ed ogni rumore, macchina o persona vista attorno alla casa od alla scuola è percepita come una possibile minaccia.
La storia è accattivante perché tratta tematiche complesse come la violenza domestica in famiglia e lo stalking, ma raccontate in prima persona da un ragazzino. Lo scrittore si dimostra abile nell’amplificare la paura e la rende tangibile anche solo descrivendo scenari normali come una caldaia o come i covoni di grano. Sebbene la scrittura appaia fin troppo semplice quello che ho più apprezzato del romanzo è l’incertezza, mentre lo leggevo, nel capire se quello che stava avvenendo era vero o legato alla fantasia di Cameron.