Fiaba d’amore – Antonio Moresco

Titolo: Fiaba d'amore
Autore: Moresco Antonio
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 155
Prezzo: 12,00 €

Esistono ancora le fiabe? La risposta è sì, e ce lo dimostra Antonio Moresco con la sua “Fiaba d’amore”, un delizioso libello di agile lettura ambientato tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, colmo di dolcezza e di amarezza insieme, nonché di spunti di riflessioni importanti. La cornice non è specificata, c’è solo una voce che a volte interviene nella narrazione, ma è inevitabile immaginare un papà che legge una fiaba ai suoi bambini prima di andare a dormire: partendo dall’incipit, il classico “C’era una volta”.

Una fiaba moderna dove, come in tutte le fiabe che si rispettino, c’è una meravigliosa principessa (anche se in tacchi a spillo), e un uomo che pur non vestendo abiti regali si dimostra un principe. E naturalmente tra di loro nasce un grande amore, che però non è tutto rose e fiori, non ci sono cavalli bianchi né foreste incantate: ci sono invece marciapiedi sporchi, tunnel della metropolitana, cattivi odori e cassonetti della spazzatura. Antonio, infatti, il protagonista di questa storia, è un clochard: ha deciso di abbandonare la sua casa, il suo lavoro e la sua vita per andare a vivere in strada, dormendo su cartoni racimolati dietro i supermercati, mangiando avanzi recuperati frugando tra i rifiuti, deluso dagli altri esseri umani dai quali si allontana anche nella sua condizione di senzatetto. Tanto che il suo unico compagno inseparabile è un giovane colombo ferito, che guarda caso ha abbandonato la discarica dove viveva perché non si trovava bene con gli altri animali che lì abitavano.

Come per incanto, un giorno una ragazza bellissima dal nome Rosa lo vede e tra lo stupore degli altri clochard lo porta a casa sua, lo lava, lo rifocilla e lo accoglie nella sua vita, e l’uomo non capisce perché questa fortuna sia capitata a lui: purtroppo però gli incantesimi non sono eterni, e all’improvviso, così come era arrivata, la “meravigliosa ragazza” come viene spesso descritta fugge via, gettando l’uomo nella disperazione e facendolo morire di crepacuore. Ma stiamo pur sempre parlando di una fiaba: e dunque, nel momento in cui tutto sembra perduto, lo scrittore ci sorprende con un colpo di scena emozionante, che conduce il lettore nientemeno che nella città dei morti, dalla quale i due protagonisti torneranno come purificati e rinati.

Antonio Moresco, nato nella splendida Mantova che ogni anno ospita “il” Festival della Letteratura, ci regala una storia commovente, delicata, “pulita”, dove l’intimità viene descritta senza alcun accenno alla volgarità e la forza dell’amore, nonostante una parentesi quasi cinica e amara, vince. Il viaggio dei due protagonisti è come una piccola Divina Commedia moderna, durante il quale Rosa compie un percorso interiore che le insegna a spogliarsi, letteralmente, delle vanità terrene, mentre Antonio metaforicamente si trasforma da rospo in principe azzurro: e se alla fine non troviamo un “e vissero felici e contenti” non ne rimaniamo delusi, al contrario. E viene quasi voglia di avere qualcuno a cui raccontare questa fiaba, come si faceva una volta.

La citazione

Si coricarono, uno di fronte all’altra, sul fianco.

Rimasero abbracciti per un po’.

Poi si amarono.

<<Che cosa vorresti ancora?>> gli domandò lei all’improvviso, molto tempo dopo, mentre stava per addormentarsi, nel buio.

<<Vorrei non svegliarmi più…>> riuscì a rispondere lui, tutto d’un fiato, un istante prima di sprofondare a sua volta nel sonno.

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Laureata in Scienze dei Beni Culturali, giornalista pubblicista, da sempre grande lettrice: a sei anni prima ancora di andare a scuola grazie alla nonna sapevo già leggere e scrivere, a 8 anni ho scritto il mio primo racconto su un mago che perde il suo libro di incantesimi. Spero un giorno di vedere sugli scaffali il mio libro, nel frattempo cerco di imparare dagli altri il più possibile e spero di consigliare i nostri lettori condividendo con loro le mie sensazioni.

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