
Autore: Franco Antonicelli
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Passigli editori
Genere: saggistica
Pagine: 169
Prezzo: € 18,50
Franco Antonicelli è strato un grande intellettuale, uno dei protagonisti di spicco della cultura italiana del secondo Novecento.
Esponente di rilievo della aria torinese. Insieme a Norberto Bobbio, Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Giulio Einaudi ha contribuito all’affermazione delle libertà democratiche lottando contro il fascismo.
Vicino a Giustizia e Libertà, durante gli anni del fascismo venne arrestato e inviato al confino a Agropoli.
A lui si deve la pubblicazione di Se questo è un uomo di Primo Levi e per la prima volta in Italia di Moby Dick tradotto da Cesare Pavese che fu pubblicato nella Biblioteca Europea, collana dell’editore Frassinelli diretta da Antonicelli stesso.
Franco Antonicelli nasce a Voghera il 15 novembre 1902 da Donato, ufficiale di origini pugliesi, e Maria Balladore che apparteneva alla borghesia vogherese.
Franco trascorse i primi anni dell’infanzia a Gioia del Colle.
Nel 1908 si trasferì a Torino dove frequentò lo storico liceo classico D’Azeglio e successivamente si laureò in lettere e in giurisprudenza.
Nel 1929 fu arrestato per aver firmato una lettera di solidarietà a Benedetto Croce. Inizia così il suo impegno antifascista.
L’incontro con Gobetti ha in un certo senso cambiato la sua vita. Un incontro avvenuto quasi per caso, dettato dalla curiosità di Antonicelli di conoscere l’ingegno di questo pensatore liberale di cui sentiva parlare bene già dai tempi del liceo.
Gobetti, per Franco Antonicelli, diventerà l’esempio da seguire. «Il crociano Antonicelli dovrà attendere il ’68 per chiarirsi intimamente il senso di quella “terribile parola” – rivoluzione – che il giovane Gobetti “accoppiava” all’aggettivo liberale.
Antonicelli è stato il fondatore del giornale liberale “L’Opinione”. Foglio che ha anche diretto negli anni della clandestinità. Dopo la laurea in lettere si dedicherà a un’intensa attività culturale, intrattenendo rapporti con Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino. Con la sua intelligenza si impose nel mondo culturale torinese Cesare Pavese, infatti, scrisse: «Franco era divenuto uno dei tipi culturalmente più significativi di Torino… uomo onestissimo e sinceramente democratico … un fine umanista».
La figura e l’opera di Franco Antonicelli meritano una sincera riscoperta. Sono numerosi gli aspetti della complessa personalità di Franco Antonicelli: intellettuale eclettico, editore raffinato, giornalista superbo, interprete in senso gobettiano della religione della libertà di crociana memoria.
D’improvviso l’Italia. Luoghi e personaggi del cuore, appena pubblicato da Passigli editori, è un libro che ci permettte di conoscere da vicino Franco Antonicelli.
Il volume raccoglie una serie di articoli dispersi in varie riviste in cui Antonicelli dà ampiamento conto dei suoi continui viaggi nella penisola, descrivendo minuziosamente i luoghi e ricordando i personaggi illustri che li hanno abitati.
Tra i fogli delle pagine antonicelliane la poesia di un viaggio raccontato con il cuore e con le emozioni prima che con la ragione.
Antonicelli va a zonzo per l’Italia e come Guido Piovene annota sul taccuino impressioni, osserva il territorio, lo vive sentendoselo addosso attraverso le sue storie e le persone.
«Una flânerie così felpata, – scrive Bruno Quaranta nella prefazione – elegante, aristocratica, quale la terza pagina dei giornali d’antan. L’elzeviro indossato da Franco Antonicelli come il tight il giorno delle nozze al confino di Agropoli.
Una parabola supremamente, indissolubilmente, al lume della consapevolezza proustiana».
In queste pagine c’è la vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura.
Dalle Langhe di Cesare Pavese, lo scrittore che quando smise di ricordare cessò di vivere, alla Pavia di Cesare Angelini, prete, letterato e insegnante che ha fatto scuola.
Poi c’è Agliè dove ancora si sente la voce di Guido Gozzano e della sua poesia che è dappertutto anche se la sua anima è salita in cielo.
Antonicelli mentre viaggia incontra nella memoria anche i luoghi di Giolitti e di Giuseppe Verdi.
Toccanti le pagine dedicate ai giorni del confino a Agropoli dove tutto è diventato autunno anche l’estate in cui giunse in quel luogo per la prima volta e quell’inizio di primavera in cui andò via per sempre.
D’improvviso l’Italia è un documento straordinario, la testimonianza di un viaggiatore che racconta un paese novecentesco che non esiste più ma che vive attraverso il punto di vista di un grande scrittore nella memoria delle parole che si tramandano.