Detriti del fiume celeste – Gian Piero Bona

Titolo: Detriti del fiume celeste
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 109
Prezzo: € 15,00

Quando ho visto che Andrea Cati  ha pubblicato Gian Piero Bona, a mio avviso una delle voci più importanti da riscoprire della poesia del secondo Novecento, con la memoria ho fatto un salto indietro e mi sono ricordato i momenti straordinari che ho trascorso leggendo la sua poesia negli ultimi venti anni del secolo scorso.

L’esordio di Bona avvenne nel 1955 con la raccolta I giorni delusi, che Vittorio Sereni accolse nella collana Lo Specchio Mondadori.

Con questo libro inizia una lunga e meravigliosa navigazione di Gian Piero Bona nel mare della poesia e della letteratura italiana.

Poeta sempre originale e appartato e anche raffinato traduttore, con una vena spirituale nei suoi versi ha viaggiato dentro il mistero delle cose, senza mai rinunciare alla ricerca del concetto di un altrove.

«Se volessimo concentrare in una sola metafora l’itinerario poetico di Gian Piero Bona (1926-2020) – scrive Francesco Occhetto – senz’altro potremmo ricorrere al tema della navigazione. La navigazione procura conoscenza ⎼ ricordava spesso ⎼ quindi la poesia è una barca: quando prendiamo il mare avanziamo nel mondo, riconoscendo e omaggiando l’assetto superiore delle cose. Il canto stesso è un vento a cui affidarsi per imbastire una rotta dell’altrove. La barca si limita a giacere sull’acqua, la vela del canto a gonfiare l’annuncio di un’enigmatica semplicità. E così la scrittura diventa quell’ipotesi di approdo, dopo aver a lungo assecondato i naufragi dell’anima, all’isola dell’ultimo mare cioè alla verità della poesia, che infine scomunica ogni idea di certezza e riapre l’interminabile viaggio dentro il mistero dell’esistenza» (Da In ricordo di Gian Piero Bona (1926 -2020) Per imbastire una rotta dell’altrove, pubblicato su mediumpoesia. com)

Trai i suoi libri da leggere assolutamente La vergogna (Guanda, 1978) e Agli dei (Garzanti, 1987).

A cura di Francesco Occhetto esce da Interno Poesia Detriti del fiume celeste un volume che raccogli i versi postumi di Gian Piero Bona, scomparso nel 2020.

Il curatore nella prefazione scrive che Detriti del fiume celeste è un libro che si concentra in un solo fascicolo di scintille occidue della riflessione poetica dell’autore – si presenta come sintesi di un volo verso la grande radura dell’altrove, sospirata per tutta la vita e ora intravista nella promessa della morte.

Detriti del fiume celeste è l’ultima traccia della sua traversata terrestre ( “Questa raccolta postuma, che ne accorpa i versi più sofferti ed emblematici della senilità, rappresenta la fatica finale di una lunga fedeltà alla poesia” scrive Francesco Occhetto) in cui Bona continua a guardare all’altrove e come ne La vergogna, la voce del poeta, più calda e vitale della sua stessa carne, tenta di liberarsi al di sopra della contesa tra amore e morte e qui la poesia non soltanto illumina la vita, ma addolcisce l’idea della fine.

«La poesia è un codice di vita. / Su questo dettame / hanno scritto le mie dita / il rottame / di un credo. / Ecco perché trovo / versi che non vedo. / Ecco perché poetare / è parlare col dove / dell’altrove.».

Vale la pena imbarcarsi sulla nave della poesia di Gian Piero Bona e nei Detriti del fiume celeste lo ritroviamo poeta gnostico e antimoderno, orfico e enigmatico con il suo sguardo sempre aperto sull’altrove, in cui si vive, si muore e forse si rinasce.

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