Cromosoma della fine – Gianni Eros Russo

Titolo: Cromosoma della fine
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 106
Prezzo: € 15,00

Per fare i conti con la realtà il poeta non si deve barricare nel fortino delle illusioni.
In virtù di questa considerazione la poesia assume un ruolo fondamentale: essere la pietra dello scandalo, sovvertire la lingua, stare con la parola nelle macerie.
Gianni Eros Russo in Cromosoma della fine, gioca con il nero del reale: nell’attrazione crepuscolare del divenire che accade ogni giorno guarda negli occhi la fine che stiamo costruendo intorno alle nostre miserabili esistenze.
«il vero dolore è muto / (nero il cromosoma della fine)».
Il poeta con disincanto traccia un solco nell’inconsistenza delle cose che naviga verso un’autodistruzione.
Il poeta si tuffa nel nero della fine per dirci allarmato (ma non troppo) che stiamo andando spediti verso l’estinzione. Il nero è un taglio che sanguina senza cicatrice.
«Restare in vigile attesa / nell’abisso, preda del sé / nel precipizio vuoto dei giorni, / nell’ansia della notte / di sprofondare oltre il precipizio / nell’attesa di una pausa insonne».
Il poeta scrive nel precipizio vuoto dei giorni, intravede oltre l’orizzonte delle rovine una catastrofe che porta in grembo proprio il cromosoma delle fine.
Il cromosoma marcia verso il trionfo, diventa sempre più difficile trovare ordine in un caos di frammenti.
Qui Gianni Eros Russo con le parole è spietato: «C’è che nessuno si salva / da questo Ares argomentato, / da questa logica ostile / che passa sui cadaveri / degli uomini freddi /e sulle periferie del pensiero».
Emil Cioran ne La caduta nel tempo scrive: «Di fronte a un universo di illusi, vi atteggerete a solitari, con il risultato che non potrete nulla per nessuno, come nessuno potrà nulla per voi».
Anche Russo in Cromosoma della fine si rivolge all’universo degli illusi.
La sua poesia scava nel muro del mondo, mente tutto sta crollando sotto i nostri occhi, soprattutto con la complicità di quel numeroso universo di illusi che fa di tutto per non aprire gli occhi e rendersi conto che il cromosoma della fine sta trionfando.
Demoni inquieti, spiriti della mente, morte stellare, corpi vivi, idiozia sedimentata del pensiero occidentale senza profeti, la nostra condizione imprigionata in uno spazio del panico e delle ombre.
Gianni Eros Russo in Cromosoma della fine parla già ai resti umani. La sua lettura dell’esistente è crudele, la parola è feroce quando si oppone al pensiero unico del chiacchiericcio (« la produzione omologante / della parola superflua vomitata»).
Davanti alla cosmesi del nulla il poeta vede un inferno in cui noi stiamo come «nella pianura devastata / oltre l’apocalisse livellante».
Il cromosoma della fine è già metastasi, anche se l’universo degli illusi vive ancora nel limbo della speranza.
«Lo spirito è consolazione della materia / lo ordino nella decomposizione quotidiana. / Cosa ti aspetti dopo la fine?».
Questo è il punto di domanda cruciale con cui il poeta chiama tutti in causa.
Cosa aspettarsi dopo la fine? Il dilemma è atroce. Ma il poeta di una cosa è certo, che adesso dobbiamo fare i conti con «la nostra vocazione alla fine».

Ti potrebbero interessare...

Login

Lost your password?

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi