Realismo magico ecco come possiamo definire la letteratura di Anna Maria Artini, autrice di “Nemea“, opera pubblicata dalla casa editrice Opposto e che ho avuto il piacere di recensire per questo sito. Un libro che trasuda emozioni e che ci lasciamo spiegare dall’autrice stessa.
Ciao Anna Maria, presentati ai nostri lettori
Da molti anni vivo a Roma, la mia città natale è Napoli. Programmista regista in RAI -TV ho scritto testi per i programmi, ho collaborato a riviste e quotidiani nazionali dove ho svolto molteplici attività in campo culturale e attualità. Ho scritto testi per il teatro, in seguito rappresentati e ho tradotto dall’inglese diversi lavori teatrali di autori contemporanei. Ho scritto molti racconti e poesie, pubblicati e drammatizzati anch’essi in teatro. Anche il mio romanzo “Nemea tra terra e cielo” è stato ridotto per il teatro e rappresentato a Roma riscuotendo un notevole successo. Ho svolto ricerche e studi sulla cultura e le colonizzazioni greche nel sud Italia vincendo anche un premio dall’Associazione della Stampa Romana per il saggio “La donna nella società e nella cultura greca in Italia”. Ho pubblicato un libro di racconti “La corda d’argento” edizioni Opposto. Infine da molti anni mi dedico alla ricerca di orizzonti spirituali. Attraverso una costante ricerca, uno studio filosofico – metafisico e una sottile sensibilità cerco di raggiungere una più elevata consapevolezza interiore. Ora mi fermo perché ho parlato troppo di me
Come è nato il romanzo Nemea?
Nemea è la creatura nata dall’etere. Lei mi ha accompagnata per anni facendomi sentire nel silenzio la sua voce di bambina, di adolescente, di giovane donna piena d’amore…infine di donna maturata all’ombra della sua vita. Lei mi ha insegnato a accettare i risvolti di un vissuto anche i più dolorosi, con la consapevolezza di possedere in noi una goccia divina che ci rende immortali. Al di là della vita vi è qualcosa che la mente non potrà mai sottomettere al suo controllo. Nemea è nata dentro di me prima del romanzo. Sospesa tra passato e presente, ho sentito la sfida di una creatura verso un modello di vita ingiusto insieme a una grande gioia di vivere. In lei ho percepito una forza, una determinazione tutta femminile con un incontenibile slancio di superare le barriere imposte da una società legata a un mondo ingannevole. La storia di Nemea squarcia il velo sui pregiudizi e la superstizione religiosa di ogni tempo, l’ignoranza e la mediocrità. Mi sono sentita coinvolta pronta a battermi con lei per la libertà, la felicità, la purezza di sentimenti apprezzando e rispettando l’essere umano nella sua interezza. Per questo ho sentito il bisogno di raccogliere la sua storia e ho cercato di raccontarla con l’amore che lei stessa mi ha trasmesso. È stato un grande dono. Nel libro tutto questo è narrato nei particolari.
Perché il sottotitolo Tra cielo e terra?
Noi tutti siamo tra cielo e terra. Discendiamo in un piccolo guscio di materia per farci possedere dal buio e dalla luce, dal bello e dal brutto, dal bene e dal male e siamo catturati nel vortice di un’esistenza con ogni impulso, con ogni sentimento, passione, desiderio, pensieri, gioie e da ogni demone, da ogni prova per fare quelle esperienze che ci conducono lentamente ad evolverci. Viviamo negli opposti della gioia e del dolore in un tempo che inesorabile ci conduce verso una spirale senza tempo, senza inizio e senza fine” in cui con fatica facciamo le nostre esperienze in una realtà ingannevole con amore e paura. Nel raccontare la vicenda di Nemea ho provato un’inquietudine particolare. Mi sono sentita proiettare in una dimensione senza tempo e senza spazio, sospesa nel vuoto tra terra e cielo con la certezza d’esistere in un’estensione nuova. Io credo che anche Nemea abbia provato questa mia sensazione. Le sue parole recitano: “Sono stata un vento che leggero ha soffiato sulla Terra. Sono stata un falco che ha volato in alto nei Cieli….sono stata nel centro di me stessa e ho danzato la gioia della Vita.” e chissà quante persone hanno avuto la sua stessa esperienza. Siamo tutti sullo stesso sentiero e possiamo trasmutare ogni sofferenza solo tra terra e cielo. È qui che possiamo farlo, basta comprenderlo e volerlo.
Nemea racconta della Magna Grecia, in particolar modo della Calabria. Sei legata a questa regione o il luogo è casuale?
No, il luogo non è affatto casuale. Come non è casuale l’ambientazione nell’antica Locri Epizephiri. Ho sposato un “calabro”, come piaceva a lui definirsi. In Calabria fui accolta con ospitalità e molto affetto. Provai subito una grande attrazione per quella terra e per l’energia che emanava. Mi piaceva il mare, il sole che mi bruciava sulla pelle, il tepore delle notti, il cibo, le sopressate piccanti, i sapori, gli odori forti della natura e soprattutto il calore delle persone…se vogliono aprire il loro cuore! Con me l’hanno aperto. All’inizio mi era difficile comprendere le varie sfumature dei pensieri, poi piano piano…ho penetrato quel mondo. Iniziai a studiare la sua storia dalle antiche colonizzazioni greche, pensavo che mi sarei avvicinata un po’ di più. Non fu difficile perché subito m’incantò quel mondo e principalmente conoscere la parte più intima. Cercai i segreti non rivelati e conservati gelosamente, la sua occulta magia, la sensibilità di una terra inespugnabile per chi non l’ama. Quella terra mi era entrata dentro ed era diventata anche la mia terra. Fui colpita dalla ricchezza della sua cultura millenaria che la barbarie culturale e l’ignoranza del potere da tempi immemorabili continua a ignorare.
Lavorare stanca diceva Pavese. Un romanzo come il tuo, così ricco di emozioni, quanta fatica ti è costata?
La storia di Nemea è nata e si è sviluppata lentamente dentro di me. Per anni ho scritto un pezzetto alla volta senza un ordine cronologico. Erano impulsi che riportavo scrivendoli su un foglio solo per me, non pensavo di pubblicarli e condividerli. Erano sensazioni che mi comunicavano gioia, sofferenza, amore, integrità, violenza, allegria. Sentimenti che si tengono come gioielli chiusi in cassaforte. Nemea è una creatura vissuta in un tempo diverso, in una cultura, costumi e linguaggio diverso; ma con le stesse emozioni, passioni e aspirazioni di qualunque donna d’ogni tempo e anche con le stesse limitazioni imposte da una società ingiusta. Lei ci appartiene, ci ha preceduta e vive in noi perché noi siamo una parte di lei e siamo la sua continuazione di chi ci ha preceduto. I miei stati d’animo divenivano una calamita e raccoglievano i frammenti della sua vita che risuonavano in me. In un mese d’agosto quando le città si svuotano e perdono il ritmo frenetico quotidiano, ho raccolto i tanti appunti, i tantissimi fogli e ho iniziato a scrivere la vicenda che mi ha trascinata in un vortice di forti emozioni. Mi sono sentita euforica, mi batteva il cuore, a volte ho pianto di gioia, altre volte mi sono sentita trafitta dal suo dolore. Non so se si può definire fatica. Direi piuttosto che questa vicenda mi ha arricchita.
Ti dico una parola: anima. Cosa rispondi?
Non è una domanda qualunque e non sono esperta di teologia. Mi concentrerò e ti risponderò a modo mio, attraverso quello che sento in maniera molto elementare. L’Universo si crede che sia diviso in tre grandi stati primari di Coscienza: Corpo, Anima e Spirito. È difficile parlare solo di Anima. I tre stati non sono separati, fanno parte dell’Unità, della Creazione, della Vita. L’Anima per quello che sento, mi accompagna dal momento del mio concepimento. È un frammento di luce divino disceso con me nella materia che mi avvolge e mi da vita. Animus = è il principio vitale, è la mia parte più elevata, è la volontà che mi spinge a fare le mie scelte, è l’espressione degli affetti più veri, è lo slancio che mi fa abbracciare un nemico, è il desiderio di percepire la verità attorno a me, è la serena accettazione di una sofferenza, è la spinta a cercare la conoscenza che mi porta alla conquista della Coscienza per aspirare alla Saggezza. Forse non è immortale come non lo siamo noi, ma non ha confini ed è eterna. Tutti abbiamo un’anima più o meno evoluta, compreso i fratelli minori della terra. La loro vita rispetta le leggi della natura, la loro anima è pura, primitiva, il loro amore è semplice, è disinteressato e verso di noi è incondizionato. Noi invece spesso…
Da scrittrice, cosa pensi dell’editoria italiana?
Per me in giovane età quando pensavo a un editore…morivo d’invidia! Mi sembrava meraviglioso avere a disposizione tanti i libri. Il mio sogno era possedere una biblioteca tutta mia fino al soffitto piena di libri. Mondadori, Einaudi erano miti per me e solo i nomi m’intimidivano. Non credo che un adolescente di oggi abbia i miei stessi desideri. “I tempi sono cambiati” si dice. È giusto, altrimenti non ci sarebbe più ricambio. Quelli che ricordo io erano diversi, erano tempi particolarmente importanti per l’editoria attenta a un modello culturale. Per tanti aspetti non erano tempi migliori, ma c’era un sacro rispetto per tutto quello che rappresentava la cultura. In seguito sono comparsi nuovi editori con altre iniziative rispecchiando una corrente del momento. È avvenuto l’abbandono di una fede per abbracciarne un’altra, una nuova e diversa: il profitto. Un gran numero di editori improvvisati pubblicano una quantità di libri senza qualità, pieni d’errori, la grafica mediocre che saranno regalati a parenti e amici e nessuno li leggerà. Agli autori sono costati un “botto” e con il tempo quelle carte ingialliranno in cantina negli scatoloni senza un seguito. Ma ogni attività ha un inizio e una fine, per il futuro sono fiduciosa… speriamo che l’editoria se la cavi!!!
I tuoi progetti futuri?
Il futuro è già presente e il tempo scappa velocemente. Sto scrivendo la vicenda di una donna speciale ambientata in un momento storico italiano. Lo spunto me l’ha dato lei stessa. L’ho conosciuta e frequentata diversi anni fa. Ogni sera accompagnandola a casa lei mi raccontava con arguzia i momenti della sua vita pittoresca. Inizialmente avevo scritto solo un racconto, ma ora vorrei raccontare più a lungo questa sua storia dai tanti risvolti.
Un saluto ai nostri lettori.
Dopo questa lunga chiacchierata mi resta poco da dire se non un affettuosissimo saluto a chi mi ha seguito fino alla fine…e perché no? vorrei presentare la mia piccola Nemea e invitare i lettori ad amarla come ho fatto io.
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