Data di pubbl.: 2024
Pagine: 576
Prezzo: € 18,00
1992. Dopo dodici anni dal giorno della sua fuga precipitosa a Milano verso un destino di giornalista d’inchiesta che non si è ancora avverato, Pietro Rota torna a Montisola sul lago d’Iseo. A costringerlo, l’accusa rivolta a suo padre Nevio di aver seviziato e ucciso Emilio Ercoli, l’uomo più ricco di Montisola, colui che negli anni aveva generato benessere e ricchezza in quei luoghi grazie a un retificio che produceva persino le reti dei campi di calcio. L’arte di tessere le reti è da sempre una caratteristica di Montisola grazie all’abilità delle mogli dei pescatori. E pescatore è anche Nevio Rota, un tempo amico di Ercoli e del padre di costui e, intorno alla fine della seconda Guerra Mondiale, d’improvviso nemico giurato di Emilio. I motivi? Nevio non ha mai voluto spiegarli, ma se capitava che i due s’incontrassero, cosa tutt’altro che rara a Montisola, volavano gli stracci. Un’ostilità che è alla base dell’accusa che viene rivolta a Nevio e sostenuta dal commissario Cortinovis che per le indagini si avvale dell’aiuto di Cristian Bonetti, vigile urbano con funzioni di agente di pubblica sicurezza e vecchio amico di Pietro. È stato Cristian, con l’aiuto della ‘pazza’ del paese, Adua, a trovare Emilio Ercoli, ormai in fin di vita, in un capanno fatiscente fra i boschi dopo alcuni giorni di affannose ricerche seguite alla sua sparizione. Pietro però è fermamente convinto che non sia stato Nevio a commettere il delitto, ha ogni intenzione di trovare il vero colpevole e vorrebbe anche ricostruire il rapporto con suo padre. Ed è proprio a casa di Nevio, nella vecchia stanza di Pietro, che riemergono i ricordi della sua giovinezza a Montisola e degli stretti legami di amicizia e amore con Cristian e Betta, Elisabetta Previtali, oggi sua moglie. Betta, che al funerale di Ercoli gli rivolge a malapena la parola ancora adirata perché Pietro non l’ha voluta con sé nell’avventura milanese. Betta per la quale Pietro prova ancora un profondo trasporto forse ricambiato.
Intanto, con Cris, Pietro inizia la sua indagine partendo dal figlio di Ercoli, Carlo, buttato fuori dalla fabbrica del padre qualche tempo prima, ecco un solido movente! E che dire dello strano furto avvenuto in casa Ercoli poco prima della sparizione dell’imprenditore? Pietro e Cris, anche se non potrebbero, tornano a villa Ercoli e frugano un po’ ovunque. Trovano carte e lettere che risalgono all’ultima guerra mondiale e al periodo in cui ufficiali nazisti e uomini della X Mas del principe Borghese stazionavano all’hotel Riviera. A fare parzialmente luce su quel periodo sarà il loro vecchio professore di storia Domenico Nember e non solo lui. Qualcun altro, che all’epoca era molto giovane, chiarirà altri punti oscuri e i legami esistenti fra Ercoli e gli occupanti dell’Hotel Riviera, storie terribili e angoscianti di amore e morte. Ma quando Pietro crederà di aver sciolto l’enigma, tutto verrà rimesso in discussione fino alla sorprendente soluzione finale.
Ambientato fra il 1944, il 1971/2 e il 1992 su uno dei laghi più singolari e incantevoli d’Italia, questo giallo di De Michelis è liberamente ispirato a fatti storici realmente accaduti come l’autore si premura di farci notare nella nota finale. Un romanzo che coniuga la trama gialla con i ricordi del protagonista; ricordi di una giovinezza in cui tutto era ancora possibile, ma non è stato; di un amore che poteva crescere ed è invece appassito; di amicizie sfilacciate per incuria, paura e disperazione; di un luogo dove i valori e il benessere di un tempo sono scomparsi con l’avanzare del progresso; di un passato che non ha smesso di impigliarsi nelle maglie del presente perché, come qualcuno ha detto, i nostri atti ci seguono. Sempre.
Finalista sezioni editi al Premio Scritture di lago, Como, 2025


