Data di pubbl.: 2025
Pagine: 314
Prezzo: € 13,00
Rue Samson, XIII Arrondissement, Parigi, esterno notte. Tre morti sul selciato. I commercianti in pensione Ferdinand e Isabelle Chaudoreille e la studentessa di Letteratura Francese alla Sorbonne Nouvelle Severine Molard di anni ventiquattro, uccisi da proiettili 9 mm. Parabellum. Sul posto Jean Pierre Mordenti commissario della Brigata Criminale, il suo vice e amico fraterno Alain Servandoni – impegnato in un alterco con il flic Taillefesse, primo ad arrivare sul luogo del delitto -, l’assistente di Mordenti, l’ottima Zuna De Falco e il suo compagno della balistica Maurice De Clock, il magistrato Groslard, il medico legale Delarche, il capo della Scientifica François Saunière. Tutti a grattarsi la testa perplessi perché tre morti in quella via e in quel quartiere sono un evento davvero improbabile, quasi al limite dell’assurdo. Chi li ha uccisi e perché? Nulla li lega fra loro o c’è qualcosa di losco nel loro irreprensibile passato. Forse hanno visto in faccia l’assassino e per questo sono stati ammazzati. E l’assassino come mai era proprio lì?
“Si scherza sempre a proposito del destino, eppure è capace di giocare con le persone in maniera così orribilmente definitiva. È una sensazione che ti fa sentire inerme, senza scampo.” (pag. 32)
Inizia così l’indagine più difficile nella lunga e onorata carriera de les italiens, il formidabile gruppo della Brigata Criminale capitanato da Jean Pierre Mordenti che stavolta non sa davvero a quale santo votarsi per trovare il bandolo della matassa. Tocca a Maurice De Clock, capo della Balistica, fornire loro un primo, inquietante indizio suggerendo che l’arma utilizzata per la strage sia stata realizzata con una stampante 3D, se non tutta almeno per quanto riguarda alcuni componenti. Mordenti è allibito, ma De Clock gli offre concrete e interessanti spiegazioni su come oggi sia possibile realizzare un’arma simile, come in America sia già stato fatto e quali implicazioni abbia l’intera faccenda in termini di sicurezza pubblica, elusione di metal detector e anonimato del produttore/proprietario dell’arma. Bene. Ora qualcosa si sa, ma da qui come procedere? Intanto il capo Le Normand pretende risultati e Mordenti ha una brutta sensazione: tutta quella bislacca faccenda prelude a qualcosa di molto grosso e molto grave. Ma con le sensazioni non si va da nessuna parte finché non spunta un nuovo indizio grazie alle ricerche degli agenti: un negozio di elettronica dal quale manca una stampante 3D. Un indizio che riporterà i nostri in rue Samson e alla scoperta di un nuovo cadavere. E non sarà neppure l’ultimo. E poi?
E poi che siano i lettori di questa nuova, esaltante avventura de les italiens a scoprire il resto della vicenda – dove anche la compagna di Mordenti, la splendida Tristane, e la moglie di Servandoni, Karima avranno un ruolo di spicco – vagando con Mordenti a bordo della sua Karmann Ghia, insieme a Costance Metzger, Leila, Cofferati, Coccioni, Rogliatti e gli altri per le strade di Parigi e i suoi immediati dintorni, in una corsa affannata e sfrenata dietro quelli che all’inizio sembrano fantasmi, ma che presto si trasformeranno in pericolosi delinquenti con un piano ben preciso in testa e saldamente legati fra loro, a capo dei quali c’è qualcuno che appartiene al passato di Mordenti e non solo al suo.
Come sempre, nei libri del Premio Scerbanenco 2022 Enrico Pandiani non manca il lato umano e personale dei suoi personaggi, in primo luogo quello della voce narrante, Jean Pierre Mordenti, e del suo amorevole e appassionato rapporto con Tristane; la difficoltà di vivere, per la prima volta, in una famiglia sua, di gestire un bambino, Benjamin, di otto anni; di coniugare il suo complesso e violento lavoro con la difesa della serenità dei suoi cari. Come non mancano le descrizioni di una Parigi primaverile, della sua architettura non sempre accettabile, dei suoi bistrot ricchi di cibi raffinati, e talvolta grevi, di cui sentiamo il profumo – non dimentichiamo che Pandiani è anche autore di un appetitoso volume su ristoranti e bistrot parigini “Il gourmet cena sempre due volte” -; del mutare della luce nei diversi momenti del giorno:
“Insolente e magnifico stava scendendo il crepuscolo; nel cielo lattiginoso dove ancora si poteva scorgere una nuance di azzurro, brillavano le prime stelle, mentre a occidente gli ultimi raggi del sole trafiggevano nuvole simili a sbuffi di fumo.” (p. 257)
Ricco di metafore originali ed esilaranti, di riferimenti letterari e cinematografici, di notazioni di storia e colore locale, La terza dimensione è un giallo, o se preferite un poliziesco, in perfetto equilibrio fra detection, avventura, ricordi e momenti di vita quotidiana.
Da assaporare e nel quale perdersi fino ai rutilanti fuochi d’artificio finali.


