Olga Fiorini, La sarta di Dio – Elena Cartotto, Olga Fiorini

Titolo: Olga Fiorini, La sarta di Dio
Autore: Elena Cartotto, Olga Fiorini
Pagine: 146
Prezzo: 13 euro

Olga Fiorini oggi avrebbe compiuto 96 anni e questo primo compleanno senza la sua presenza fisica è l’occasione per parlare di un libro che la riguarda, un libro che proprio lei un anno fa ha fortemente voluto. Olga è un’imprenditrice della moda italiana, dalla vita costellata di sacrifici e fatiche come molte della sua generazione e fondatrice di un liceo a Busto Arsizio -capitale del tessile italiano- a lei intitolato. Ne parliamo al presente, come fa la coautrice di questo testo, Elena Cartotto, che era stata contattata proprio per mettere nero su bianco le riflessioni di Olga sulla vita e sulla società e che ha avuto il compito di dare forma al progetto nonostante la scomparsa dell’autrice.  Il libro si snoda come una lunga e densa chiacchierata e ciò che emerge è una visione lucida dei problemi e delle difficoltà del mondo attuale, primo fra tutti il narcisismo, senza mai cadere nello sconforto. Olga infatti mantiene viva la determinazione e la speranza che hanno fatto da filo conduttore della sua esistenza e il grande compito che  sente di avere è quello di trasmettere ai giovani l’importanza di un progetto di vita solido e appagante. Quello che sembra comunicarci è che molte persone forse sono frivole senza saperlo, sono inconsistenti senza accorgersene perché la macchina del disimpegno civile, sociale e famigliare ha agito molto bene nel crollo del pensiero cristiano e del mondo occidentale in generale. La buona notizia però è che si può andare in controtendenza ed esserne gratificati, anche con l’aiuto di una fede autentica. C’è un tesoro da recuperare ed è costituito da principi e valori che possono renderci forti e creativi. Per poter attingere a questo patrimonio dobbiamo recuperare innanzitutto il valore della solitudine: grande sfida per una società che tratta questa tematica prevalentemente in modo negativo e ci riempie di falsa socialità.

Questo libro contiene una visione dell’imprenditorialità non comune, ma inaspettatamente di successo e non così per dire: i fatti lo dimostrano.  “Per fare arte, che sia piccola o grande arte, bisogna essere umili, accettare questa ispirazione che ci trascende e viene ad abitare in noi il tempo necessario a darle una forma. La bellezza è qualcosa che ci sovrasta, noi possiamo essere solo i suoi umili servitori e nient’altro” (pag. 32)

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