Autore: Comencini Cristina
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Feltrinelli
Genere: Romanzo
Pagine: 67
Prezzo: 9,00 €
“Voi non la conoscete, ha gli occhi belli.
Chi?
Eulalia Torricelli da Forlì.
Voi non la conoscete ha tre castelli.
Chi?
Eulalia Torricelli da Forlì.” (p. 19)
Così cantava la madre di Nadia, quando lei e il fratello erano bambini e insieme al padre partivano per il mare. Un’epoca felice e spensierata che è ormai solo un ricordo lontano che riemerge nella solitudine di Nadia, la protagonista di questa breve ma intensa storia di Cristina Comencini.
Di quella bimba che cantava spensierata non sembra restare traccia: Nadia ora è in carcere e sta scontando una pena per rapina, un crimine che ha commesso per solitudine, disperazione e inadeguatezza. Per la donna, tuttavia, la prova più difficile non è il carcere, quanto affrontare i propri fantasmi e riuscire a trovare se stessa nel grande vuoto che la abita. Nadia, infatti, per tutta la vita ha interpretato il ruolo che le era stato imposto: quello di figlia, di moglie e madre premurosa. Negli anni ha cercato di svolgere i suoi compiti al meglio, ma senza sentirli propri, esserne toccata o viverli con sentimento; la sua anima e il suo corpo non hanno vissuto la stessa vita, e questa dolorosa lacerazione ha portato la donna a compiere azioni che mai avrebbe neanche immaginato di fare: “ero già in carcere molto prima di ora”(p.33), ammette la donna.
Nel carcere Nadia inizierà a fare i conti con il proprio passato, grazie all’aiuto di uno psicoterapeuta: sdoppiandosi in un racconto in terza persona, arriverà a trovare se stessa proprio grazie ad un uomo che, finalmente, cerca di conoscerla per quella che è realmente.
Una storia coinvolgente, un’interessante indagine sulle emozioni che ruota intorno alla fragilità, alla solitudine e all’incapacità di vivere, sentimenti che, se estremi, possono creare una gabbia nella quale racchiudere noi stessi, una prigione ancor più dura di quella reale.