Autore: Francesco Carofiglio
Casa Editrice: Piemme editore
Pagine: 178
Prezzo: 13,90
“Le cose finiscono. Le persone finiscono. Il mondo. L’amore, il dolore, i piccoli gesti di ogni giornata. E le risate a crepapelle, i ghiaccioli alla menta, le lumache dopo la pioggia” (pag 177)
Forse finiscono anche le cose mai iniziate, mai nate oppure rimangono eterne, immobili, infinite; un po’ come avviene per i sogni irrealizzati, le imprese mai compiute, i fatti mai accaduti.
E’ di questa dimensione sospesa fra desiderio e realtà che ci racconta Francesco Carofiglio nel suo ultimo romanzo “Voglio vivere una volta sola” e lo fa attraverso le parole di una protagonista di straordinaria poesia.
Violette, la bambina dal vestitino “appena sopra il ginocchio, con le bretelle sottili” celeste proprio come i suoi occhi e dall’eterno profumo di biscotto, é una creatura mai nata, non abortita o scomparsa prematuramente, ma “mai messa al mondo, mai concepita”, seppur viva. A farla esistere sono i desideri di una mamma che, dopo due figli maschi, “avrebbe tanto voluto un’altra ragazza in famiglia”, di un padre che da sempre desidera una figlia femmina, di un fratello maggiore che non avrebbe più voluto un maschio fra i piedi e di un fratello minore al quale tanto sarebbe stata utile una sorella.
Come un sogno si alimenta e cresce mentre continuiamo a provarne bisogno, Violette é presenza e continuità proprio grazie a chi ardentemente la desidera. Per molto tempo sarà una compagna esclusiva per ogni suo familiare, ne seguirà la crescita, la trasformazione e l’invecchiamento, sempre intenta a evitare conflitti e a proteggere la felicità dei suoi cari. Mentre gli adulti attorno a lei consumano la loro vita, i fratelli maggiori si allontanano per la loro realizzazione professionale e i genitori si separano, Violette rimane eternamente bambina, intrappolata nei suoi giochi, nelle sue consuetudini, fra filastrocche e storie incredibili di regni fantastici.
L’incanto dell’infanzia non preserva però dalla realtà e Violette scoprirà la forza delle passioni e con essa la falsità dell’illusione, il tradimento, la solitudine, la sofferenza.
La conoscenza del dolore sordo e muto per la morte della madre porterà lei stessa a morire e scomparire, proprio lei che paradossalmente mai era venuta al mondo.
L’atmosfera nella quale Carofiglio ci avvolge in questo romanzo é di gran levità e bellezza. Per mano a Violette, così eterea e così accogliente, viaggiamo tra scorci, che paiono disegnati, di parchi di Roma, vie di Parigi, spiagge della Bretagna e ci troviamo forse a fare i conti con i nostri anni passati, con i desideri mai realizzati con quello che avremmo voluto ma non é mai accaduto perché non abbiamo potuto scegliere e allora, a questo punto, l’unico segreto per non essere tristi
é forse, proprio come diceva la mamma a Violette, quello di raccontare, dando finalmente materia all’impalpabile, espressione all’inespresso.