Un male urbano – Marcello Caprarella

Titolo: Un male urbano
Autore: Marcello Caprarella
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Felici editore
Genere: Narrativa
Pagine: 315
Prezzo: € 16,00

Cioran sosteneva che quando le epoche si fanno torbide, bisogna rifugiarsi negli inattuali.

Sono davvero pochi oggi gli scrittori inattuali, quelli che hanno il coraggio di diffamare il mondo e di essere in disarmonia con la propria epoca, quelli che attraversano il disagio e che soprattutto scrivono vivendo male il loro tempo.

Recentemente mi sono imbattuto in uno scrittore inattuale.

Il suo nome è  Marcello Caprarella che ha pubblicato Un male urbano, un romanzo meravigliosamente inattuale.

Marco Imparato è il personaggio di questo libro, soprattutto è un uomo e uno scrittore che il suo tempo non lo capisce e quindi lo vive male.

In forma di diario, in una Madrid assediata dalla pandemia, Marco racconta il suo ultimo anno di vita.

Dall’agosto del 2019 fino al suo suicidio, Marco annota sul suo diario il proprio mestiere di vivere, ma anche la sua vita agra di uomo e di scrittore che non arretra davanti alla sua coscienza, alle sue ossessioni letterarie e ai suoi incubi esistenziali.

Il suo diario è sempre un quaderno aperto sulla caduta del tempo: Marco vi annota i suoi giorni manomessi e tra le considerazioni esistenziali spuntano le sue idee inattuali sul mondo della letteratura e delle case editrici, l’incrocio tra fiction e autofiction, la tematica del doppio, la vita e il ruolo dello scrittore.

Marco scrive per non tranquillizzare le coscienze, ma per interrogarle e inquietarle, per lui la letteratura è una porta aperta sull’abisso e non una vetrina in cui specchiare il proprio ego.

Si trova a proprio agio mostrando e raccontando solo il proprio disagio per il tempo in cui vive.

Tiene un diario e gli dà la forma di libro per mettere nero su bianco le scene della commedia umana che scivola nel dramma con estrema facilità, perché tutti siamo persone fragili.

Il 6 agosto 2020 Marco scrive la sua ultima pagina. Il mondo gli è crolla addosso, si sente braccato nel baratro che gli si spalanca davanti.

Un male urbano è il romanzo di formazione di uno scrittore complesso che ha scelto di essere inattuale e di scrivere esclusivamente ascoltando la sua coscienza senza scendere a compromesso con il mercimonio del mondo culturale e degli inventati e frequenti casi editoriali.

«La mia modesta e breve esperienza nel campo della letteratura scritta e del mondo editoriale mi ha fatto capire che la chiave per pubblicare non è più l’appoggio di un agente letterario, ma aver frequentata una scuola di scrittura a pagamento».

Questa è una delle tante considerazioni taglienti che Marco annota sulle pagine del suo diario –romanzo.

Marco, come Marcello, è un inattuale, stanco di tutta questa ipocrisia da commedia.

Un male urbano è un libro molto bello perché il suo autore lo ha scritto per disturbare, non tradendo se stesso e la sua vocazione di scrittore libero e anticonvenzionale.

 

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