Un ballo ancora – Katherine Pancol

Titolo: Un ballo ancora
Autore: Pancol Katherine
Genere: Romanzo
Traduttore: Emanuelle Caillat e Isabella Ruggi
Pagine: 273
Prezzo: 16.00 €

Clara è la protagonista di questo romanzo, una donna trentenne che attraverso un tardivo rito di passaggio abbandona una parte di sé per diventare adulta. Rapha, il suo amore di sempre, ritorna da lei per cambiarla definitivamente. Clara è orfana, ma a farle da “padre” c’è il fratello Philippe, che dovrà confessarle un segreto riguardante la loro famiglia.

In un dialogo tra sorella e fratello, lei dice:

“Ti ricordi quando abbiamo festeggiato i miei ventott’anni? Mi hai abbracciata e ho avuto l’impressione che tu volessi lanciarmi in aria, lanciarmi lontano da te, come un peso…

Puoi smettere di preoccuparti per me. Adesso sono grande…” (pag. 231).

Le coprotagoniste di questo testo, sono le amiche di Clara: Josèphine, Agnes e Lucille. La prima è sposata con due figli e tradisce il marito perché ha paura di lasciarlo. La seconda è insicura, ma durante la narrazione trova la via dell’equilibrio. La terza ricchissima e invidiata dalle altre, è la più infelice.

Un ballo ancora è stato pubblicato in Francia nel 1998, ma è arrivato in Italia solo recentemente dopo il successo che l’autrice ha avuto con la trilogia: Gli occhi gialli dei coccodrilli (2009), Il valzer lento delle tartarughe (2010), Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì (2011).

In questo libro si trovano sentimenti forti, una trama avvincente e anche un po’ di filosofia. Il tema dominante è l’Amore in tutte le sue sfaccettature. I personaggi sono caratterizzati alla perfezione dal punto di vista psicologico. L’autrice descrive minuziosamente le esperienze passate dei protagonisti per farci capire quanto incidono sulla loro vita presente. L’inizio è lento, la parte centrale è più veloce e la fine “vola”.

Sono molte le frasi da ricordare, soprattutto nell’ultima parte, che è la più intensa:

“Viviamo giorni e giorni, settimane e mesi, trimestri e anni, con l’impressione di non andare mai avanti, con l’impressione di non pensare, e per tutto questo tempo, inesorabilmente, c’è qualcosa che si muove, lento e sotterraneo, senza che ce ne accorgiamo, senza esserne coscienti. La verità non è quella che diciamo a voce alta, la verità è quello che ci sfugge. Un filo d’acqua limpida dentro di noi, che trasporta la parte più pura di noi, che scava, che si infiltra, che opera con infinita pazienza. E di colpo, in due o tre giorni, le nostre vite si rovesciano, si ribaltano a causa della forza oscura che lavora all’interno. Allora bisogna avere il coraggio di lasciare agire questa forza nuova e seguirla là dove ci vuole portare” (pag. 273). 

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